Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna
Edizione Italiana di Back to Godhead (tradotta integralmente) Vol. 20, Numero 3 Back to Godhead, Fondata nel 1944 Vol. 42, Numero 3 Maggio/Giugno 2008

SOMMARIO

Lezione del Fondatore
6 Coltivate Cereali, non Tabacco
Srila Prabhupada esorta gli abitanti di Sanand, in India, a vivere semplicemente, adorando Dio attraverso il loro lavoro e cantando i santi nomi.
7 Calendario
8 Il Processo della Sottomissione
I versi chiave della Bhagavad-gita non lasciano dubbi sull’essenza del messaggio di Sri Krsna.
Luoghi Spirituali
14 Le Glorie di Sukatal
Qui Sukadeva GosvAmi narrò lo Srimad-Bhagavatam che, come Caitanya Mahaprabhu insegna, rivela le più elevate verità spirituali.
22 Ecologia Globale e Psicologia Umana
Che cosa ha a che fare il canto del mantra Hare Krsna con la pulizia dell’ambiente?
24 Il Miracolo Macmillan
Come accadde che la Bhagavad-gita Così Com’è di Srila Prabhupada venne pubblicata da una delle maggiori case editrici d’America.
29 Sezione Libri: Urrmad-Bhhgavatam
Suniti Consiglia Dhruva
34 L’Osservatore Vedico
36 Rendere percorribili strade impraticabili
Nella Columbia Britannica, in Canada, i neo-pionieri Hare Krsna si sforzano di sviluppare un importante aspetto della visione di Srila Prabhupada.
46 I Dialoghi di Urrla Prabhuphda
Noi siamo Hare Krsna.

COPERTINA I residenti di Saranagati, la fattoria Hare Krsna della Columbia Britannica, in Canada, vivono vicino alla terra, tenendo Krsna al centro e sforzandosi di stabilire una comunità basata sul modello sociale vedico. Vedere l’articolo a pagina 38. (Foto di Visakha Devi Dasi.)

BACK TO GOD

FONDATORE (sotto la direzione di Sua Divina Grazia Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada) Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami
Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE: Ali Krsna dasi (Alida D’Ambrosio)
DIRETTORE: Nagaraja dasa
EDIZIONE ITALIANA
E AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa
TRADUZIONI: Purandara Misra dasa e Sri Saci dasi
ABBONAMENTI: Visnupriya dasi

Per informazioni sugli abbonamenti contattare la Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna - strada Bonazza, 11 - 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI) - Tel. (055) 8076414 - Fax (055) 8076630 E-mail: nimaipandit@bbtitalia.191.it

NOMI SPIRITUALI: I membri dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito dal suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

VALORE DELLA RIVISTA: Valore a copia
Euro 3,00. Le donazioni per ricevere la rivista devono essere versate sul C.C.P. n. 42036004, intestato a:
‘Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna’, strada Bonazza 11,
50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI).
© Associazione Ritorno a Krishna - Tutti i diritti riservati - Ritorno a Krishna - Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano N° 199 del 13/3/1989 - Vol. 20, N.2-Maggio/Giugno 2008 Stampa:
La Zincografica, Firenze. Sped. Abb. Post.
Comma 20 C Legge 662/96 Filiale FI


BENVENUTO


NELLA CONFERENZA di questo numero Srila Prabhupada chiede agli abitanti di Sanand di, “Coltivare Cereali, non Tabacco.” Il suo messaggio è: “Vivi semplicemente e usa il tuo tempo per scopi spirituali.”
Prabhupada manifestò spesso il desiderio che i suoi discepoli stabilissero fattorie autosufficienti. Alcuni devoti lo stanno facendo questo nella remota Columbia Britannica, in Canada. In “Rendere percorribili strade non praticabili ,” Yoganatha Dasa racconta i successi e le sfide che comporta il vivere una vita cosciente di Krsna in un posto remoto.
Prabhupada enfatizzò l'apertura di comunità agricole innanzitutto per aiutare il nostro progresso spirituale, e anche come chi vede che tutto appartiene a Krsna. Egli riconosceva inoltre i benefici ambientali del vivere vicino alla terra. Nell'articolo “Ecologia Globale e Psicologia Umana”, Murari Gupta Dasa spiega i benefici ambientali della coscienza di Krsna stabilendo la relazione tra la nostra vita interiore e i suoi effetti sul mondo esterno.
Il nostro scopo primario non è un pianeta della salute, ma una coscienza sana legata a Krsna in piena sottomissione. Come dimostrato da Narasimha Swami Dasa nell'articolo “Il Processo della Sottomissione”, questo è il messaggio essenziale della Bhagavad-gita Così Com'è, che Prabhupada portò in Occidente Satyaraja Dasa racconta l'importante storica pubblicazione degli insegnamenti senza tempo di Krsna.
Hare Krsna.—Nagaraja Dasa, Direttore


I NOSTRI SCOPI

Aiutare la gente a discernere la realtà dall’illusione, lo spirito dalla materia, l’eterno dal temporaneo.
Evidenziare i difetti del materialismo.
Offrire guida nelle tecniche vediche della vita spirituale.
Preservare e diffondere la cultura vedica.
Celebrare il canto dei santi nomi del Signore come insegnato da Sri Caitanya Maha­prabhu.
Aiutare ogni essere vivente a ricordare e servire Sri Krsna, la Personalità di Dio.



LEZIONE DEL FONDATORE


Sanand, India — 27 Dicembre 1975

COLTIVATE CEREALI NON TABACCO

Anziché sprecare terra e fatica per far crescere cose superflue come il tabacco, dovremmo vivere con semplicità adorando Dio con il nostro lavoro e il canto dei Suoi santi nomi.

di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya dell’Associazione Internazionale
per la Coscienza di Krishna

­headannad bhavanti bhutani
parjanyad anna-sambhavah
yajnad bhavati parjanyo
yajnah karma-samudbhavah

“I corpi di tutti gli esseri viventi trovano il loro sostentamento nei cereali che sono prodotti dalle piogge. Le piogge sono favorite dal compimento di yajna [sacrifici] e lo yajna nasce dai doveri prescritti.” – Bhagavad-gita 3.14

MENTRE VENIVO al vostro villaggio ho visto che ci sono molti terreni agricoli destinati alla produzione di tabacco. La produzione di tabacco può darvi del denaro, ma vi mancheranno i cereali. Bhagavan, Dio la Persona Suprema, afferma

varnasramacara-vata
purusena parah puman
visnur aradhyate pantha
nanyat tat-tosa-karanam

“Dio, la Persona Suprema, Sri Visnu, viene adorato con un opportuno adempimento dei doveri prescritti dal sistema dei varna e degli asrama. Non c’è altro modo per soddisfare Dio, la Persona Suprema.”
Nello Srimad-Bhagavatam (11.5.32) è affermato:

yajnaih sankirtana-prayair
yajanti hi su-medhasah

“[Nell’era di Kali] le persone intelligenti adoreranno il Signore con lo yajna del canto dei santi nomi del Signore.” Yajna significa soddisfare lo yajna-purusa: il Signore, Narayana o Bhagavan. Nello Srimad-Bhagavatam (7.5.31) Prahlada Maharaja dice:

na te viduh svartha-gatim hi visnum
durasaya ye bahir-artha-maninah
andha yathandhair upaniyamanas
te ’pisa-tantryam uru-damni baddhah

“Le persone fortemente invischiate nella coscienza del godimento della vita materiale, che per questa ragione hanno accettato come loro capo o guru un uomo ugualmente cieco, attaccato agli oggetti esterni dei sensi, non possono capire che il fine dell’esistenza è quello di tornare a Dio e d’impegnarci al servizio offerto a Sri Visnu. Come ciechi guidati da un altro cieco perdono la strada e cadono nel fosso, così persone attaccate alla materia, guidate da altri uomini attaccati alla materia, sono saldamente legate dalle robuste corde dell’attività interessata e continuano ripetutamente a vivere la loro vita materialista soffrendo a causa delle tre forme di sofferenza.” Le persone non sanno che lo scopo della vita è avvicinare Sri Visnu. Nei Purana così Siva istruisce Parvati, aradhananam sarvesam visnor aradhanam param: “Di tutti i tipi di adorazione, l’adorazione a Visnu è la più elevata.” Perciò la vita umana è fatta per adorare Visnu.
Sfortunatamente, nella loro cecità, i leader non insegnano alle persone a compiere visnu-aradhana, l’adorazione di Visnu. Il Movimento per la coscienza di Krsna è stato fondato proprio per educare le persone ad adorare Sri, Visnu. Questa è la nostra missione in tutto il mondo.
Nella Bhagavad-gita (3.9) Krsna dice:

yajnarthat karmano ’nyatra
loko ’yam karma-bandhanah
tad-artham karma kaunteya
mukta-sangah samacara

“L’attività deve essere compiuta come sacrificio a Visnu, altrimenti lega il suo autore al mondo materiale. Per questa ragione, o figlio di Kunti, compi i tuoi doveri per la soddisfazione di Visnu e resterai per sempre libero dai legami della materia.”

L’attività che non Produce Karma

Yajna significa Visnu. Si dovrebbe agire solo per soddisfare Visnu. Qualunque l’attività compiamo abitualmente dovrebbe essere finalizzata a soddisfare Visnu. Altrimenti saremo coinvolti nel karma. Karma significa che in qualche modo agiamo sotto la direzione dell’energia materiale, cioè dell’energia illusoria e perciò ne veniamo coinvolti. Nella Bhagavad-gita (13.22) si afferma, karanam guna-sango ’sya sad-asad-yoni-janmasu: Otteniamo differenti tipi di corpi in base alle nostre attività e al nostro rapporto con le influenze della natura materiale. Se smettiamo di praticare visnu-aradhana, se rinunciamo ad agire per ottenere il favore di Visnu, veniamo coinvolti nelle azioni risultanti dalle nostre diverse attività.
Perciò Krsna insegna,

yat karosi yad asnasi
yaj juhosi dadasi yat
yat tapasyasi kaunteya
tat kurusva mad-arpanam

“Qualunque cosa tu faccia, non importa, ma il risultato deve essere offerto a Me.” [Bg. 9.27] Ora in quest’era in tutto il mondo le persone hanno dimenticato Visnu, Dio. Esse compiono azioni a loro piacimento che le coinvolgono nascita dopo nascita, sad-asad-yoni-janmasu. Dopo la morte avremo una nascita elevata o una bassa nascita – sat o asat – ma questa non è la soluzione della vita.
Tutti hanno diversi tipi di occupazione, come è affermato nella Bhagavad-gita: brahma-karma, ksatriya-karma, vaisya-karma o sudra-karma. In genere si opera, come brahmana, come ksatriya, come vaisya o come sudra. Sri Krsna dice:

yatah pravrttir bhutanam
yena sarvam idam tatam
sva-karmana tam abhyarcya
siddhim vintati manavah

“Se adora il Signore, che è la fonte di tutti gli esseri ed è onnipresente, l’uomo può raggiungere la perfezione compiendo l’attività congeniale alla propria natura.” [Bg, 18.46] Nell’adorazione di Krsna non c’è la limitazione che solo i brahmana possano offrire preghiere a Krsna e adorarLo; tutti possono farlo. Krsna afferma:

mam hi partha vyapasritya
ye ’pi syuh papa-yonayah
striyo vaisyas tatha sudras
te ’pi yanti param gatim

“Coloro che si rifugiano in Me, o figlio di Prtha, anche se sono di bassa nascita – donne, vaisya [mercanti] e sudra [operai] – possono raggiungere la destinazione suprema.”
Perfino coloro che sono più degradati dei sudra possono trarre beneficio dall’adorazione di Krsna. Perciò la nostra attività dovrebbe essere eseguita come uno yajna.

Lo Yajna di quest’Era

Nel passato lo yajna veniva compiuto con grande opulenza. Venivano gettate nel fuoco enormi quantità di cereali e di ghee. In quest’era di Kali invece, non vi sono cereali e ghee a sufficienza da offrire nel fuoco dello yajna. Perciò in questo Kali-yuga, lo yajna viene compiuto col canto dei santi nomi del Signore.
Perciò la mia unica raccomandazione è che produciate cereali a sufficienza. Non sprecate il vostro tempo a produrre tabacco. Nelle Scritture il tabacco è proibito:

abhyarthitas tada tasmai
sthanani kalaye dadau
dyutam panam striyah suna
yatradharmas catur-vidhah

“Alla richiesta di Kali, Maharaja Pariksit gli permise di stabilirsi in quei luoghi dove si trovavano il gioco d’azzardo, le sostanze intossicanti, la prostituzione e l’abbattimento degli animali.” [Srimad-Bhagavatam 1.17.38]. Pana significa anche fumare. Queste quattro cose – fare scommesse, prendere intossicanti, fare sesso illecito e uccidere gli animali – sono considerate attività colpevoli. E nella Bhagavad-gita [7.28] è detto:

yesam tv anta-gatam papam
jananam punya-karmanam
te dvandva-moha-nirmukta
bhajante mam drdha-vratah

Se non si è liberi dalle attività colpevoli, non ci si può impegnare completamente nell’adorazione del Signore Supremo, Krsna. Perciò chiunque voglia ottenere il vero beneficio della forma umana deve rifiutare questi quattro principi di vita peccaminosa.
Krsna perciò dice a tutti:

sarva-dharman parityajya
mam ekam saranam vraja
aham tvam sarva-papebhyo
moksayisyami ma sucah

“Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le reazioni del peccato, non temere.” [Bg. 18.66]
Non è possibile liberarci dalle attività colpevoli con le nostre sole forze, perché in quest’era di Kali siamo tutti soggetti a compiere attività colpevoli. Se però ci arrendiamo a Krsna come Egli c’insegna – interamente e senza riserve – Egli ci aiuterà a liberarci dalle reazioni del peccato.


CALENDARIO

Questo calendario è calcolato per la zona di Firenze. Le date, che derivano dal calendario lunare possono variare per altre zone. Per ottenere le date esatte per la vostra area collegatevi al sito www.krishna.com/calendar.
Poiché il Movimento Hare Krsna si basa sulla linea disciplica di
Sri Caitanya Mahaprabhu, il calendario include non solo date rilevanti per tutti i seguaci della tradizione Vedica, ma anche date riferite ai compagni del Signore e a preminenti maestri spirituali della Sua successione.


21 Aprile – 19 Maggio
(Mese di Madhusudana)

Maggio

1—Varuthini Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 8:10 - 10:50
5—Anniversario dell’apparizione di Srila Gadadhara Pandita, uno dei principali compagni di Sri Caitanya.
8—Inizio del Candana Yatra, il
festival in cui per ventuno giorni si spalmano le Divinità del tempio con polpa di sandalo.
13—Anniversario dell’apparizione di Srimati Sita Devi, la consorte di Sri Ramacandra. Anniversario dell’apparizione di Srimati Jahnava
Devi, la consorte di Sri Nityananda Prabhu. Anniversario della scomparsa di Srila Madhu Pandita, un grande devoto di Sri Caitanya.
15—Mohini Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 5:48 - 10:44
16—Rukmini Dvadasi, anniversario dell’apparizione di Srimati
Rukmini Devi, la consorte principale di Sri Krsna come Dvaraka-dhisa, il Signore di Dvaraka.
17—Anniversario della scomparsa di Srila Jayananda Prabhu, un discepolo dedicato di Srila Prabhupada che lo aiutò a portare il festival del Rathayatra in Occidente.
18—Nrsimha Caturdasi, anniversario dell’apparizione di Sri Nrsimhadeva, l’incarnazione di Krsna mezzo-uomo e mezzo-leone. Digiuno fino al crepuscolo, seguito da una festa di prasada.
19—Anniversario dell’apparizione di Srila Srinivasa Acarya, un seguace dei sei Gosvami.
Anniversario dell’apparizione di Srila Madhavendra Puri, il maestro spirituale del maestro spirituale di Sri Caitanya (Isvara Puri).
20 Maggio – 18 Giugno
(Mese di Trivikrama)
25—Anniversario della scomparsa di Srila Ramananda Raya, un intimo compagno di Sri Caitanya.
31—Apara Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 5:36 - 8:38

Giugno

1—Anniversario dell’apparizione di Srila Vrndavana Dasa Thakura, autore della Sri Caitanya-Bhagavata, una biografia di Sri Caitanya.
13—Anniversario della scomparsa di Srila Baladeva Vidyabhusana, preminente maestro spirituale della Gaudiya Vaisnava sampradaya (successione disciplica), e autore del Govinda-bhasya, un importante commentario al Vedanta-sutra. Anniversario dell’apparizione di Srimati Gangamata Gosvamini, preminente maestro spirituale di sesso femminile della Gaudiya Vaisnava sampradaya.
14—Pandava Nirjala Ekadasi Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 4:32 - 9:41

19 Giugno – 18 Luglio
(Mese di Vamana)

19—Scomparsa di Syamananda Pandita, uno dei principali seguaci dei Gosvami di Vrndavana.
28—Anniversario della scomparsa di Sri Srivasa Pandita, uno dei principali compagni di Sri Caitanya.
29—Yogini Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
Rompere il Digiuno 5:36 - 10:45
Luglio
3—Anniversario della scomparsa di Srila Gadadhara Pandita, uno dei principali compagni di Sri Caitanya. Anniversario della scomparsa di Srila Bhaktivinoda Thakura. Digiuno fino a mezzogiorno, quindi festa di prasada. Gundica-marjana: festival della pulizia del Tempio di Gundicha a Jagannatha Puri, in India.
4—Ratha-yatra di Sri Jagannatha a Jagannatha Puri. Anniversario della scomparsa di Srila Svarupa Damodara e Srila Sivananda, compagno intimo di Sri Caitanya.
13—Unmilani Maha-dvadasi.
Digiuno di cereali e legumi per Sayana Ekadasi.
Rompere il Digiuno 8:25 - 10:49


La Via della SOTTOMISSIONE

Il messaggio principale che Sri Krsna dà nella Bhagavad-gita
è chiaro: Egli vuole che ci arrendiamo completamente a Lui
di Narasimha Swami Dasa (Dr. S. G. N. Swamy, Ph.D.)


LA PARTE PIÙ IMPORTANTE della Bhagavad-gita è quella in cui Sri Krsna consiglia ad Arjuna il metodo della resa. Uno dei significati che il dizionario dà della parola resa è “ arrendersi ad un’altra persona volontariamente.” Le semplici parole con cui Krsna ci consiglia di arrenderci sono di facile comprensione. Allora perché la maggior parte delle persone, compresi noi che pratichiamo la coscienza di Krsna, non si arrendono completamente al Signore? Pratichiamo la vita spirituale nel mondo materiale, una prigione creata dal Signore per correggerci ed aiutarci ad arrenderci a Lui. Krsna è molto desideroso di riportarci nella Sua dimora, ma noi lo siamo altrettanto?

Nel Capitolo 7, Verso 14, Krsna dice:


daivi hy esa guna-mayi
mama maya duratyaya
mam eva ye prapadyante
mayam etam taranti te

“Questa Mia energia divina, costituita dalle tre influenze della natura materiale è difficile da superare, ma coloro che si abbandonano a Me ne varcano facilmente i limiti.”

Nel Capitolo 14 Krsna ha esposto dettagliatamente i tre modi della natura materiale –?virtù, passione e ignoranza. Quando siamo in contatto con l’energia materiale e soggetti a queste tre influenze veniamo detti “condizionati”. Queste influenze ci vincolano. La maggior parte delle persone non sa neanche questo. Quindi non possono comprendere cosa significa realmente arrendersi. Krsna definisce queste persone molto stupide.

Perché anche i più grandi eruditi e i più importanti leader non si arrendono a Krsna? Perché sono confusi da varie forme di ateismo. Essi non sono sukrtinah, le anime pie a cui Krsna si riferisce nel Capitolo 7, Verso 16:


catur-vidha bhajante mam
janah sukrtino ’rjuna
arto jijnasur artharthi
jnani ca bharatarsabha

“ O migliore dei Bharata, quattro categorie di uomini virtuosi si avvicinano a Me con devozione – gli infelici, coloro che desiderano la ricchezza, i curiosi e coloro che aspirano a conoscere l’Assoluto.”
Gli atei non cercano rifugio in Dio, ma Krsna elenca quattro tipi di persone che prendono rifugio in Lui cambio di qualche beneficio per la loro devozione. Egli qualifica tutte queste persone come pie e come candidati meritevoli d’arrendersi a Lui. Essi sono coscienti di Dio, ma sono più interessati a conseguire i loro scopi materiali personali anziché arrendersi prontamente a Krsna.
Nel Bhakti-rasamrta-sindhu (1.1.11) Srila Rupa Gosvami mette in evidenza i devoti che cercano Krsna senza aspettarsi nessun vantaggio e li definisce puri devoti:

anyabhilasita-sunyam
jnana-karmady-anavrtam
anukulyena krsnanu-
silanam bhaktir uttama

“Si dovrebbe rendere un servizio d’amore trascendentale a Sri Krsna, in modo propizio e senza desiderio di guadagno o profitto materiale ottenuto con le attività interessate o con la speculazione filosofica. Questo viene definito puro servizio devozionale.”
Srila Prabhupada mette a confronto devoti misti e devoti puri: “Quando questi quattro tipi di persone [citate sopra] si avvicinano al Signore Supremo per rendere servizio devozionale e si purificano completamente grazie alla compagnia dei puri devoti, anch’essi diventano puri devoti.”
Anche quando le persone si avvicinano a Krsna con altre motivazioni possono diventare puri devoti se continuano a praticare la coscienza di Krsna e a frequentare i devoti.
Quando visitai il tempio di Srinivasa a Malibu, vicino a Los Angeles, un uomo d’affari indiano era venuto al tempio con una grande quantità di frutta e di fiori.
Mentre li porgeva al sacerdote prima dell’arati gli disse: “Per favore, prega affinché gli affari che sto per intraprendere abbiano successo.”
Il sacerdote, un pio devoto Sri Vaisnava, gli rispose: “ Come posso fare una richiesta di questo genere? Quello che ci sarà concesso o no dipende esclusivamente da Krsna. Perciò dobbiamo lasciare questa scelta a Lui anziché chiedere.”
Il puro servizio devozionale significa comprendere la Verità Assoluta e liberarsi da tutti i desideri materiali.

Nel Capitolo 7, Verso 19, Krsna dice:


bahunam janmanam ante
jnanavan mam prapadyate
vasudevah sarvam iti
sa mahatma su-durlabhah

“Dopo molte nascite e morti chi è situato nella vera conoscenza si sottomette a Me sapendo che Io sono la causa di tutte le cause e sono tutto ciò che esiste. Un’anima così grande è molto rara”


Un Messaggio per Tutti

Sebbene apparentemente rivolto ad Arjuna, il messaggio della Bhagavad-gita è rivolto a tutti affinché tutti si arrendano a Krsna. Krsna riconosce pienamente l’importanza della minuscola indipendenza che abbiamo ricevuto da Lui come Sue parti. Egli mette a disposizione tutti i possibili percorsi che si possono intraprendere per tornare da Lui direttamente o indirettamente. Nello stesso tempo, Egli dà la Sua opinione definitiva sul metodo migliore per raggiungerLo: la via dell’abbandono.

Nel Capitolo 15, Verso 5, Krsna spiega la via dell’abbandono:


nirmana-moha jita-sanga-dosa
adhyatma-nitya vinivrtta-kamah
dvandvair vimuktah sukha-duhkha-
samjnair
gacchanty amudhah padam
avyayam tat

“Coloro che sono liberi dal falso prestigio, dall’illusione e dalle false relazioni, che comprendono l’eterno, che hanno chiuso con la lussuria materiale e hanno superato la dualità della gioia e del dolore e senza perplessità sanno come arrendersi alla Persona Suprema, raggiungono questo regno eterno.”
Krsna pone le condizioni con cui ci si può arrendere a Lui per tornare a casa, da Dio. Orgoglio, lussuria, relazioni sbagliate, condizionamento materiale e la dualità della felicità e della sofferenza sono tutti ostacoli sulla via dell’abbandono. Colui che pratica il servizio devozionale deve farlo con grande cura per abbandonare gradualmente le caratteristiche sfavorevoli citate da Krsna. La via della sottomissione comincia con un attento esame di se stessi. Questo è l’inizio della rinuncia interiore ed esteriore.

Predisponendo il devoto Arjuna ad una sottomissione totale, Krsna espone dettagliatamente la via dell’abbandono nel Capitolo 18 ,Verso 65:


man-mana bhava mad-bhakto
mad-yaji mam namaskuru
mam evaisyasi satyam te
pratijane priyo ’si me

“Pensa sempre a Me, diventa Mio devoto, adoraMi e offriMi i tuoi omaggi. Così verrai a Me senza alcun dubbio. Te lo prometto perché tu sei un amico che Mi è molto caro.” Qui Krsna sintetizza la via della sottomissione più adatta a noi per diventare Suoi puri devoti. Egli ci dà il metodo per fare di Lui il centro della nostra vita.

Nel Capitolo 18 Verso 66, Sri Krsna chiede ad Arjuna di arrendersi completamente a Lui:


sarva-dharman parityajya
mam ekam saranam vraja
aham tvam sarva-papebhyo
moksayisyami ma sucah

“Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le reazioni del peccato, non temere.” Dopo aver illustrato il karma-yoga, il jnana-yoga, il dhyana-yoga e altri metodi di meditazione per il controllo dei sensi e della mente, questo consiglio costituisce la sintesi conclusiva di Krsna nella Bhagavad-gita. Questo è il verso chiave che mostra la protezione del Signore per i devoti e il percorso dell’abbandono. Mam ekam: l’enfasi è posta sull’arrendersi soltanto a Lui.

Esempi dalle Scritture

Dalle Scritture, in particolare dallo Srimad-Bhagavatam e dal Mahabharata, veniamo a conoscere racconti di puri devoti che ci hanno mostrato la via della totale arresa a Sri Krsna. Quando Duhsasana tentò di spogliare Draupadi, ella trattenne su di sé il sari con le sue sole forze. Voleva salvarsi da questo disonore davanti all’assemblea. Solo quando tutti i suoi sforzi non furono più in grado di aiutarla ella alzò ambedue le mani arrendendosi a Krsna e chiedendoGli di salvarla. Questo fu il suo modo di esprimere un abbandono totale.
Le scritture inoltre riportano racconti dell’abbandono da parte di devoti come Bali Maharaja, Ambarisa Maharaja e Gajendra. Tutti questi per noi sono esempi per arrivare alla sottomissione.


L’abbandono Reso Più Facile

La rinuncia necessaria per un abbandono completo appare difficile, soprattutto in quest’era. Prevedendo questa situazione, Krsna, nel quindicesimo secolo è apparso nella forma di un devoto come Sri Caitanya Mahaprabhu per semplificare questo percorso di abbandono. Egli ha messo in evidenza il canto Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
Caitanya Mahaprabhu ha insegnato ai Suoi associati e ai Suoi devoti il metodo di arrendersi a Krsna con l’adorazione della divinità, col canto congregazionale, onorando il krsna- prasadam, associandosi con devoti che hanno lo stesso desiderio, ascoltando e recitando Scritture come lo Srimad-Bhagavatam e la Bhagavad-gita e cercando Krsna come un bambino che piange chiamando sua madre. Srila Prabhupada ha fatto conoscere questo metodo rendendolo accessibile per mezzo dei suoi libri.
Dai libri di Srila Prabhupada possiamo comprendere che per i devoti che percorrendo il sentiero del sadhana-bhakti (in pratica servizio devozionale) vogliono avanzare rapidamente nella vita spirituale, abbandonarsi significa:

1.Dedicarsi completamente a Krsna e affidarsi interamente alla Sua protezione.
2.Avere piena fiducia che Krsna ci proteggerà in ogni circostanza.
3.Essere pronti ad accettare tutto ciò che ci è predestinato e tutte le reazioni karmiche, sia quelle desiderabili sia quelle indesiderabili.
4.Essere coscienti che chi agisce veramente è Krsna e che noi dipendiamo da Lui per ogni risultato.
5.Comprendere pienamente che Krsna è il controllore supremo e che noi siamo Sue parti infinitesimali controllate.
6.Realizzare che non siamo il corpo ma l’anima spirituale.
7.Accettare che Krsna è il padrone e noi i Suoi servitori.
8.Seguire l’istruzione di Krsna di accettare un maestro spirituale autentico della successione disciplica come rappresentante di Krsna, arrendersi a lui e servirlo con la più grande umiltà.

Narasimha Swami Dasa è un discepolo di Sua Santità Jayapataka Swami. Ha prestato servizio per l’ISKCON in Indonesia per sedici anni e negli ultimi nove anni ha prestato servizio allo Sri Jagannatha Mandir dell’ISKCON di Bangalore, dove vive con sua moglie Vatsala Radha Devi Dasi.


LUOGHI SPIRITUALI

Le Glorie di SUKATAL
Il luogo dove Sukadeva Gosvami enunciò lo Srimad-Bhagavatam riporta alla nostra mente il contributo di Caitanya Mahaprabhu alla nostra comprensione di questa grande opera.
di Bhakti Vikasa Swami
foto di Adbhuta Hari Dasa


SIAMO VENUTI A Sukatal per ricordare e glorificare Sukadeva Gosvami, Maharaja Pariksit e lo Srimad-Bhagavatam. Possiamo apprezzare Sukatal nella misura in cui abbiamo studiato e sviluppato apprezzamento per lo Srimad-Bhagavatam.
Suta Gosvami inizia la narrazione del Bhagavatam (1.2.2-3) per i saggi di Naimisharanya glorificando il suo maestro spirituale, Srila Sukadeva Gosvami, che aveva narrato qui lo Srimad-Bhagavatam a Pariksit Maharaja in presenza di grandi saggi. Sukadeva Gosvami, considerato il guru di tutti i presenti, rivelò il messaggio del Bhagavatam — il supplemento più confidenziale del Vedanta-sutra, considerato la crema della conoscenza vedica. Dopo aver assimilato questa conoscenza, Sukadeva parlò spinto da una grande compassione per i materialisti. Srila Vyasadeva definì lo Srimad-Bhagavatam il frutto maturo dell’albero della conoscenza vedica, un frutto che diventò ancora più maturo quando fu toccato dalle labbra (fu parlato) da Sukadeva Gosvami.
Sukadeva venne a narrare il Bhagavatam a Sukatal perché Maharaja Pariksit, che era l’imperatore del mondo, fu maledetto a morire in sette
giorni per il morso dell’uccello-serpente Taksaka. Pariksit fu maledetto dal brahmana-bambino Srngi, che si sentì offeso quando Pariksit mise un serpente morto, come una ghirlanda, al collo di suo padre Samika Muni. (Poiché questo comportamento di Pariksit è inconcepibile per un devoto, i nostri acarya hanno commentato che il Signore ha organizzato
questa azione di Pariksit, in modo che si arrivasse alla recitazione del Bhagavatam da parte di Sukadeva).
Benché Maharaja Pariksit avesse abbastanza potere per neutralizzare
la maledizione del brahmana-bambino, egli la accettò come misericordia del Signore per distaccarsi dalla sua casa, da sua moglie e dal regno, e concentrarsi sul vero interesse della vita: Krsna. La reazione di Maharaja Pariksit alla maledizione mostra che egli è un puro devoto del Signore.
Pariksit Maharaja si recò sulla riva del Gange per digiunare fino al momento della morte. Sentendo questa notizia, molti grandi saggi viaggiarono fin lì da ogni parte dell’universo. Maharaja Pariksit chiese ai saggi: “Qual è lo scopo della vita, il puro dovere di ciascuno in ogni circostanza e specialmente alla fine della propria vita?”
Alcuni saggi consigliarono a Maharaja Pariksit di compiere sacrifici, di praticare lo yoga e di donare in carità. Egli però mostrò di essere più avanzato spiritualmente di questi saggi quando espresse il suo desiderio: “Prego che se dovrò di nuovo prendere nascita nel mondo materiale, io possa avere un attaccamento totale all’illimitato Sri Krsna, all’associazione con i Suoi devoti e alle relazioni amichevoli con tutti gli esseri viventi.”

La Guida Riconosciuta dai Saggi

Allora il sedicenne Sukadeva Gosvami apparve sulla scena.
Il potente figlio di Vyasadeva viaggiava per il mondo distaccato e soddisfatto in se stesso. Non mostrava segni di appartenenza a nessun ordine o condizione sociale. Era nudo (digambaram: “vestito dalle quattro direzioni”). Era bello, con un colore della carnagione simile a quello di Sri Krsna. Alla vista di queste caratteristiche del suo corpo, i grandi saggi presenti lo riconobbero come una grande personalità e lo salutarono alzandosi in piedi.
Maharaja Pariksit chinò la testa nel ricevere il suo ospite principale, Sukadeva Gosvami. I santi saggi e gli esseri celesti circondarono Maharaja Pariksit come le stelle e gli altri pianeti celesti circondano la luna. Nell’arrivo di Sukadeva egli vide un intervento di Krsna e perciò fece a Sukadeva le stesse domande che aveva rivolto ai saggi.
Sukadeva rispose esponendo i dieci argomenti dello Srimad-Bhagavatam: la creazione dell’universo, la creazione secondaria, i sistemi planetari, la protezione del Signore, la forza della creazione, il succedersi dei Manu, la scienza di Dio, il ritorno da Dio, la liberazione e il più grande beneficio o asraya. Asraya significa rifugio. Il tema più elevato dello Srimad-Bhagavatam è krsna-prema, l’amore per Krsna. Krsna è visaya-vigraha o il soggetto che Lo rende oggetto di prema. L’asraya-vigraha è Srimati Radharani, il rifugio di prema – e quindi il soggetto del Bhagavatam.
Nel Gopala Campu Srila Jiva Gosvami scrive che a Goloka Vrndavana, la dimora di Krsna nel mondo spirituale, la forma originale di Sukadeva Gosvami è quella di uno dei pappagallini di Srimati Radharani. Sukadeva è venuto a Sukatal per esporre il Bhagavatam che descrive Krsna, ma non ha descritto Radha. Una ragione di questo è che egli è un pappagallo di Radharani e a Lei piace sentir parlare di Krsna. Un’altra ragione è che per compiacere Radha, Sukadeva desiderava impegnare le anime (le jiva) presenti sulla terra nell’ascolto di ciò che riguarda Krsna. Tutte le jiva sono servitrici eterne del Signore. Una jiva che raggiunge la posizione più elevata come servitrice di Krsna passa sotto la protezione di Radha, perché Ella conosce il modo migliore di servire Krsna. Il Suo nome in realtà significa “la migliore servitrice del Signore”. Poiché Ella serve Krsna nel modo migliore, il nostro modo di servire Krsna al meglio è quello di assisterLa nel Suo servizio a Lui.
La venuta di Sukadeva Gosvami alla presenza di Maharaja Pariksit costituisce uno dei momenti più importanti nella storia dell’universo, perché devoti e filosofi si riunirono per discutere di Krsna.
Ai giorni nostri “storia” significa attività materiali del passato, ma la vera storia si trova nello Srimad-Bhagavatam, noto anche come Bhagavata Purana. Per questa ragione un articolo che racconta la visita di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura a Sukatal (il 23 dicembre del 1930) portava il titolo di Paramarathik Bhugol o Itihas – “Geografia e Storia Spirituali”.


Il Veda Più Antico

Sukatal merita sempre il ricordo e l’offerta di omaggi, perché lì Sukadeva Gosvami ha esposto il Bhagavatam a Maharaja Pariksit.
Sebbene il Bhagavatam sia classificato come un Purana, esso è l’essenza di tutti i Veda. Alcune persone credono che i quattro Veda – Rg, Sama, Yajur e Atharva – costituiscano le parti più antiche della letteratura vedica. Ma all’inizio della creazione Sri Krsna espose il catur-sloki (“quattro-versi”) Bhagavatam a Brahma e questo fa dello Srimad-Bhagavatam il testo più antico. Da allora attraverso i tempi esso è stato esposto in varie forme. Nella sua forma attuale il Bhagavatam riunisce racconti diversi che mostrano la supremazia di Sri Krsna. Dopo aver compilato e riesaminato lo Srimad-Bhagavatam, Srila Vyasadeva lo insegnò a suo figlio, Sri Sukadeva Gosvami, nonostante che egli fosse già autorealizzato. Vyasadeva sapeva che le qualità trascendentali del Signore possono attrarre chiunque, perfino le persone libere dal condizionamento materiale. Queste persone liberate sviluppano il desiderio di rendere un puro servizio devozionale, bhakti, alla Persona di Dio. Questo conferma che lo Srimad-Bhagavatam, i cui argomenti sono Krsna e la bhakti, è trascendentale e si colloca al di là della natura materiale.
Sukadeva Gosvami iniziò lodando le domande poste da Maharaja Pariksit – e non trattando gli intimi rasa-lila di Radha e Krsna – perché le risposte alle domande di Pariksit mettono in evidenza l’argomento principale dell’ascolto, approvato da tutti i trascendentalisti. Questa conoscenza non interessa le persone grossolanamente materialiste che trascorrono il prezioso tempo della loro vita solo dormendo, facendo sesso e guadagnando denaro per mantenere la propria famiglia. L’insegnamento di Sukadeva secondo cui una persona, indipendentemente dal percorso che fa, deve ascoltare, parlare, glorificare e ricordare la Persona di Dio è diretto solo alle persone che desiderano liberarsi da tutte le sofferenze. Questi insegnamenti costituiscono il nostro dovere più elevato.
Sorprendentemente, molti saggi dell’assemblea, non essendo in grado di rispondere correttamente alle domande di Pariksit, chiesero a Sukadeva Gosvami di farlo. Perché? Perché il fatto di essere trascendentalisti non basta. Sukadeva Gosvami stesso costituiva l’esempio di questa affermazione. Vyasadeva sapeva che fra gli insegnamenti del Bhagavatam egli aveva qualcosa da offrire che il suo figlio autorealizzato era in grado di apprezzare. Perciò, quando Sukadeva lasciò la casa, Vyasadeva fece in modo che i suoi discepoli cantassero il Bhagavatam lungo il sentiero su cui Sukadeva stava camminando. Quando Sukadeva sentì il Bhagavatam ne fu attratto. Poiché non poteva essere attratto da niente che fosse materiale, egli poté comprendere che si trattava di un’attrazione spirituale.


Il Purana Senza Macchia

Lo Srimad-Bhagavatam è glorificato come il Purana senza macchia perché non incoraggia dharma, artha, kama e moksa: religiosità, sviluppo economico, gratificazione dei sensi e liberazione senza bhakti, tutti permeati di materialità. In generale, questi sono valori considerati desiderabili dalle persone civili, ma il Bhagavatam ci dice che qualunque scrittura od opera letteraria che non definisca chiaramente Krsna come Dio la Persona Suprema è da definirsi spazzatura, “un posto di pellegrinaggio per corvi”. Poiché lo Srimad-Bhagavatam conduce una persona a Krsna – la più elevata conclusione della letteratura vedica – esso è caro ai Vaisnava che ricercano l’essenza delle cose (sara-bhrtham). Lo Srimad-Bhagavatam dà una conoscenza molto apprezzata dai paramahamsa o trascendentalisti. I suoi insegnamenti costituiscono la perfezione della rinuncia, dell’austerità e del distacco. Perciò si dovrebbe ascoltare lo Srimad-Bhagavatam da un rappresentante di Sukadeva Gosvami. Dovremmo studiarlo con grande cura per essere benedetti a tornare a casa da Dio.
Sri Caitanya Rivela l’Essenza del Bhagavatam

Come ho ricordato precedentemente, la visita di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura a Sukatal è descritta nell’articolo Geografia e storia spirituali. L’autore, Sri Sundarananda Vidyavinoda, lo cita per dire che sebbene un grande acarya possa trasmettere gli insegnamenti di Sukadeva Gosvami, è Caitanya Mahaprabhu che ha rivelato la vera essenza del Bhagavatam – ujjvala-rasa, “il meraviglioso rasa”, cioè le intime relazioni di Krsna con i Suoi devoti. Il Bhagavatam offre la più elevata esposizione filosofica della Verità Assoluta, iniziando con i quattro versi seme e proseguendo fino alle gopi che sono incantate da Krsna, ornato con una piuma di pavone nei capelli che ha l’aspetto di un attore sul palcoscenico, che va al pascolo con i pastorelli, riempie i fori del Suo flauto con suoni trascendentali e via dicendo.
Caitanya Mahaprabhu ha dato l’essenza ultima del Bhagavatam: le glorie di Srimati Radharani. Per i lettori del Bhagavatam che non conoscono veramente il libro, Radha non appare. La regina Kunti dice che Krsna non Si rivela agli sciocchi e alle persone prive d’intelligenza. Caitanya Mahaprabhu è venuto per offrire radha-mahima, le glorie di Srimati Radharani, la dolcezza delle dolci ragazze di Vrndavana ed entrare nella loro Vraja. Questa è la viraha-bhava di Caitanya Mahaprabhu, il Suo sentimento di servizio in separazione. I Suoi intimi associati Rupa Gosvami e Svarupa Damodara Gosvami compresero il Suo sentimento, e Rupa Gosvami lo ha rivelato agli altri. Noi siamo conosciuti come Rupanuga Vaisnava, seguaci di Rupa Gosvami. Egli ha rivelato che Caitanya Mahaprabhu è Krsna nel radha-bhava, il sentimento di Radha: Egli è Krsna che brama Krsna.


Un Luogo Adatto al Kirtana

Il nome Sukatal si riferisce ad una zona elevata dove Sukadeva Gosvami espose il Bhagavatam. Tal significa collina. Un albero baniano contrassegna questo luogo. Durante il mese di Karttika qui si svolge un grande festival. Quando Srila Baktisiddhanta Sarasvati Thakura vi giunse non c’era praticamente niente a causa delle ripetute inondazioni del Gange. Gli abitanti avevano abbandonato questa zona. Sundarananda Vidyavinoda nel suo articolo ha scritto che Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura vi si era recato perché a Sukatal mancava un oratore adatto come Sukadeva. Egli voleva anche cercare il luogo dove si trovava Sukatal ed eseguirvi un kirtana come raccomandato da Sukadeva Gosvami nell’ultimo verso del Bhagavatam.

Bhakti Vikasa Swami, nato in Inghilterra, è un sannyasi, un guru e uno scrittore. Egli trascorre molto tempo in India, dove insegna la coscienza di Krsna.


Ecologia Globale e Psicologia Umana

Il pianeta sta crollando sotto il violento attacco dell’abuso ecologico. Gli Hare Krsna possono essere di aiuto?
di Murari Gupta Dasa

QUANDO la scorsa estate la mia zia materna venne a trovarmi a Mumbai, ci recammo alla spiaggia con i suoi bambini.
“Sfortunatamente”, disse sospirando alla vista dell’oceano, “presto il mare inghiottirà questa bella città.”
Si riferiva ad un articolo di una rivista la cui copertina mostrava il famoso monumento Gateway of India di Mumbai semisommerso dall’oceano. La rivista citava i risultati di un gruppo delle Nazioni Unite sull’inquinamento ambientale. Nell’anno 2050 Mumbai e le altre città costiere del mondo potranno vantare come loro popolazione solo la flora e la fauna acquatica. Lo scioglimento delle calotte di ghiaccio farà alzare il livello dell’oceano, portandolo ad invadere enormi quantità di terra lungo le sue coste. Nel frattempo il riscaldamento globale provocherà drastiche riduzioni della produzione agricola e farà sciogliere i ghiacciai dell’Himalaya, che provocheranno inondazioni devastanti.
In seguito, non avendo più i ghiacciai a far loro da sorgenti, i grandi fiumi come il Gange, la Yamuna ed altri si prosciugheranno. Il risultato sarà una grande siccità nell’India settentrionale. Le quantità pro capite di cibo e d’acqua scenderanno ai livelli più bassi. Dal trenta al quaranta per cento della flora e della fauna che oggi vediamo finirà per essere trovata solo sui libri di storia. Nella lotta per l’esistenza, la regola sarà l’estinzione. Assisteremo alla morte dell’ecosistema della Terra e noi ne saremo i becchini.
Tutto questo a qualcuno può apparire esagerato, ma non si può negare che l’inquinamento abbia danneggiato l’ambiente. Sebbene da decenni fossimo consapevoli dell’inquinamento ambientale, abbiamo fatto ben poco per controllarlo. Americani e Australiani sono responsabili di circa metà di questo disastro e tuttavia il pensiero di ridurre il loro stile di vita opulento e di spreco è inaccettabile per loro. Dall’altra parte le nazioni in via di sviluppo non vanno al di là della denuncia del mondo sviluppato dicendo: “Voi avete danneggiato l’ambiente così a lungo; ora tocca a noi!”
Anche se i governi del mondo promulgano e fanno rispettare regole severe per il controllo dell’inquinamento, non ci sarà una soluzione definitiva. Le leggi possono controllare alcuni fenomeni in svolgimento, ma si manifesteranno sempre nuovi sconvolgimenti e forme d’inquinamento per combattere le quali ci sarà bisogno di nuove leggi. Inoltre, ogni soluzione proposta, per essere efficace a lungo termine deve anche incidere sulla vera origine dei problemi ambientali: le sottili perversioni del cuore.

L’ecologia Del Cuore

Lo sfruttamento della natura distrugge l’ecologia e la causa di questa mentalità di sfruttamento è l’avidità.
L’avidità porta alla mancanza di autocontrollo. Trasportate da un’avidità insaziabile, le persone non si curano dei disastri che i loro guadagni possono causare agli altri. Non si preoccupano di quale eredità lasceranno alla prossima generazione. La contaminazione del cuore si espande nell’ambiente che ci circonda.
Il rimedio ai mali dell’inquinamento deve quindi iniziare col ripulire il cuore dalla sottile spazzatura della lussuria, dell’avidità e dell’ignoranza. Dobbiamo cominciare col purificare i nostri pensieri. Pensieri puri inducono azioni pure. Invece di dedicarci a scopi egoistici per il piacere dei sensi dobbiamo dedicarci a Dio, che è completamente puro.
Perciò dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere rendendo più semplice la nostra vita. La grande avidità e le limitate risorse c’inducono allo sfruttamento. Se invece sappiamo accontentarci possiamo lavorare con entusiasmo senza cadere nello sfruttamento. Se viviamo con semplicità, in armonia con la volontà del Signore smettendo di sfruttare gli altri, non mancherà niente a nessuno.
Se viviamo una vita improntata ad una moralità responsabile, in accordo con la volontà del Padre Supremo, allora Madre Natura ci fornirà tutto quello di cui abbiamo bisogno. Se invece la forziamo a produrre secondo i nostri desideri egoistici, ci esponiamo a ricevere la sua violenta reazione nella forma di terribili calamità naturali e di un’ecologia senza equilibrio.
La vita umana deve essere vissuta con responsabilità. Dobbiamo risolvere il problema usando sreya, cioè una visione a lungo raggio e non preya, l’immediata promessa di felicità e di guadagno senza nessun pensiero per il futuro. Dobbiamo risolvere il problema in un modo equilibrato dal punto di vista ecologico, sociale e karmico.
Siamo soggetti a soffrire perché a causa della nostra ignoranza non viviamo in armonia con il Signore, ma abbiamo la possibilità di diventare anime illuminate e vivere in accordo con la volontà di Dio. Allora ci potrà essere un vero equilibrio ecologico. È possibile ottenere questa illuminazione cantando con sincerità i santi nomi di Dio.

Un’ecologia Efficace

Srila Prabhupada voleva che l’ISKCON mostrasse al mondo un esempio di come vivere in armonia con la natura sviluppando comunità agricole autosufficienti. Queste comunità non dovevano dipendere dal mondo industrializzato per il cibo, per gli abiti, per la difesa, per l’elettricità e così via, ma avrebbero ricavato quanto necessario dall’agricoltura e dalle foreste. Sebbene questa visione sia ancora da realizzare, in tutto il mondo ci sono tentativi in questo senso. A livello individuale i membri del Movimento per la coscienza di Krsna s’impegnano a vedere ogni cosa come energia di Sri Krsna minimizzandone l’uso e lo spreco.
Qualcuno potrebbe dire che anche un ateo dotato di morale può dare il suo piccolo contributo per salvare l’ambiente e che non è necessario essere devoti del Signore Supremo. Ma se chiediamo a questo ateo dotato di moralità la ragione per cui vuole salvare l’ambiente, la sua risposta si ridurrà in generale a una o due motivazioni: o che la salvaguardia dell’ambiente migliora la sua capacità di godere o che semplicemente è interessato a qualche aspetto dell’ecologia. Poiché i suoi punti di vista e le sue idee nascono dalla sua mente, senza un solido fondamento filosofico, tendono ad essere inconsistenti e mutevoli. Un giorno vuole salvare la balena blu, il giorno dopo il panda nero e il giorno successivo le verdi foreste pluviali. Le sue motivazioni sono inquinate da tendenze personali. Per salvare lo strato di ozono egli può sostenere l’opportunità dell’uccisione delle mucche, il cui sterco libera metano che si suppone, bruci l’ozono, ma per salvaguardare il suo piacere tollera una rapida industrializzazione che causa un danno molto più grande. Non ha nessuna comprensione della legge universale del karma, nessuna realizzazione di responsabilità e nessuna volontà di accettare una vita più semplice. Il suo modo di affrontare il problema è semplicemente una soluzione cerotto: dà un quadro attraente ma non riesce a curare la vera malattia.
Una volta un ex ministro indiano per l’ambiente, un attivo ambientalista, incontrò un leader dell’ISKCON nella sala d’attesa di un aeroporto.
“L’ISKCON è un’organizzazione così grande”, disse “ma che cosa fa per purificare l’ambiente?”
“Cerchiamo di pulire l’ambiente interno del cuore,” rispose il leader. “Anche se in qualche modo si potesse risolvere il problema dell’ecologia nella sua globalità, finché i cuori delle masse sono contaminati dall’invidia e dalla lussuria questa contaminazione inquinerà nuovamente il pianeta. Se però l’ambiente del cuore viene purificato dal canto sincero dei nomi di Dio, una persona non prende più parte alla distruzione dell’ecologia globale.”
Un ambiente interiore puro significa compiacere Sri Krsna e questo è come annaffiare la radice di un albero che ha sete: il problema è risolto.

Murari Gupta Dasa è discepolo di Sua Santità Radhanatha Swami. Ha una laurea in medicina e chirurgia (M.B.B.S) e presta servizio a tempo pieno al tempio ISKCON di Chowpatty. Fa parte del gruppo che realizza le edizioni in hindi e in inglese per l’India di BTG. Egli insegna anche la coscienza di Krsna agli studenti dei college a Mumbai..



Il Miracolo Macmillan

I sorprendenti avvenimenti che accompagnarono
la prima edizione della Bhagavad-gita Così Com’è di di Srila Prabhupada.
di Satyaraja Dasa

La Bhagavad-gita era molto importante per Srila Prabhupada. Egli la vedeva come il libro perfetto per far conoscere la coscienza di Krsna, perché contiene le parole del Signore Stesso e il Suo relazionarsi con il Suo amato devoto. Nel 1939, appena sette anni dopo essere stato iniziato dal suo maestro spirituale, Prabhupada scrisse una lunga introduzione al libro in inglese, che preannunciava la traduzione completa con commenti, che apparve subito dopo l’inizio della sua missione in occidente.
Quando Prabhupada arrivò a New York nel 1965 dette la priorità al suo lavoro sulla Gita. In India ne aveva già completato una traduzione, lunga oltre un migliaio di pagine, che però gli era stata rubata. Nel marzo del 1966, mentre stava adattandosi a vivere nel mondo occidentale Prabhupada subì un’altra perdita: gli furono portati via la macchina da scrivere, il registratore a cassette ed alcuni libri. Tuttavia egli aveva una buona capacità di ripresa ed era determinato a portare a termine la sua opera. Nel 1967 finì il nuovo manoscritto, lungo nuovamente più di mille pagine, e decise di cercare un’importante casa editrice affinché il suo messaggio venisse ascoltato in tutto il mondo.
A quel tempo Allen Ginsberg, famoso poeta della Beat Generation, fece visita al tempio di New York e stabilì un’amichevole relazione con Srila Prabhupada. Poiché Ginsberg era un autore pratico di pubblicazioni, Prabhupada gli chiese di mostrare il proprio manoscritto ai suoi benefattori; cosa che egli fece. Essi però non ne rimasero bene impressionati e sostennero che il libro aveva uno scarso valore commerciale.
Allora Prabhupada dette il manoscritto a Rayarama Dasa, uno dei suoi primi discepoli, che aveva una certa esperienza nel mondo dell’editoria.
Anche Rayarama non ebbe successo nei suoi tentativi e le persone contattate si mostrarono esitanti proprio come avevano fatto quelle contattate da Ginsberg.


Il Miracolo Ha Inizio

Entra in scena Brahmananda Dasa (Bruce Scharf), uno dei primi discepoli di Prabhupada. Egli racconta gli avvenimenti con vivacità come se fossero avvenuti ieri, sebbene siano trascorsi più di quarant’anni.
“Io non sapevo niente di editoria,” ammette.” Ma Prabhupada mi mise il manoscritto in mano dicendo: ‘Devi farlo pubblicare’. Allora seppi quello che dovevo fare.”
Quello che non sapeva era come farlo. Se Ginsberg e Rayarama non erano riusciti a far pubblicare il libro, come avrebbe potuto farcela lui?
“Comprai un paio di libri sull’editoria e stavo per seguire un corso sull’ attività editoriale all’Università di New York – non sapevo proprio cosa fare. Tuttavia, Prabhupada voleva che facessi pubblicare il libro e questo era tutto.”
All’incirca in quel periodo i devoti avevano messo in circolazione l’album “Happening”, un insieme di canti devozionali cantati da Prabhupada con accompagnamento musicale. Per promuovere l’album avevano messo un annuncio nel Village Voice e stavano ricevendo prenotazioni da varie parti della East Coast.
Dai quartieri alti di Manhattan, relativamente vicini al negozietto che serviva da tempio a Srila Prabhupada e ai suoi primi discepoli, arrivò uno di questi ordini. Brahmananda portò la lettera al suo maestro.
“Guarda, Swamiji [così Prabhupada era chiamato allora]. È un ordine della Macmillan, che è una delle case editrici più grandi del mondo.”
Prabhupada, guardandolo fisso negli occhi, gli dette queste direttive: “Non spedire quest’ordine per posta come facciamo con gli altri. Porta invece il disco negli uffici della Macmillan e consegnalo nelle mani della persona che ci ha spedito la lettera.”
Brahmananda annuì, consapevole che Krsna lo stava usando come un suo strumento.
“Quando consegni l’album,” continuò Prabhupada, “di’ loro che sei un discepolo di un guru indiano che ha tradotto la Bhagavad-gita. La pubblicheranno, non preoccuparti.”
Brahmananda era stupito.
Prabhupada sembrava molto fiducioso. Non c’era alcun dubbio che il libro sarebbe stato pubblicato e da Macmillan! Non poteva andare meglio di così.

Immersi nell’oceano di Nettare

Il giorno seguente, in abito completo e cravatta, Brahmananda fece il suo ingresso nel grattacielo della Macmillan al numero 866 della Third Avenue, poco lontana dalla 52ma Strada. Le sue aspettative erano grandi quanto l’edificio stesso, ma rimase deluso quando seppe che l’ordine dell’album era stato fatto da un impiegato dell’ufficio spedizioni.
L’ordine non aveva niente a che fare con la casa editrice – era stato un semplice impiegato che aveva interesse per i mantra e la meditazione.”
Allora Brahmananda doverosamente consegnò l’album e aveva veramente poca speranza che la Gita del suo maestro venisse pubblicata. Proprio allora, nel bel mezzo di educati scambi di convenevoli con l’impiegato, apparve un giovane dirigente che voleva ritirare la sua posta. L’impiegato lo presentò a Brahmananda.
“Questo è James O’Shea Wade, il nostro redattore capo.”
Brahmananda colse l’occasione.
“Sono discepolo di un guru indiano,” disse, cercando di ripetere testualmente le parole di Prabhupada.
“Egli ha tradotto la Bhagavad-gita.”
“Cosa?” rispose incredulo Wade. “Abbiamo da poco pubblicato una collana completa di libri spirituali e siamo alla ricerca di una Bhagavad-gita per completarla.”
Brahmananda rimase a bocca aperta. Sebbene fosse rimasto senza parole rifletté sulla potenza di Prabhupada: “La pubblicheranno, non ti preoccupare.”
Allora Wade ruppe quel silenzio imbarazzante.
“Domani portami il manoscritto,” propose, “e noi lo pubblicheremo così com’è.”
Brahmananda ritornò di corsa al negozio e dette la notizia a Prabhupada. Con il suo modo di fare inimitabile, Prabhupada rimase indifferente come se avesse saputo quello che sarebbe accaduto prima che accadesse.

Una Conferma di Prima Mano

Ora, questi sono ricordi di un discepolo ultra zelante, un dettaglio sopravvalutato della storia quarantennale dell’ISKCON? Mi proposi di scoprirlo.
Trovai James Wade che mi confermò gli eventi citati. Ricordava l’avvenimento con grandissima chiarezza a sostegno del racconto di Brahmananda e inoltre aggiunse qualcosa in più.
“Ricordo chiaramente l’eccitazione che pervase i nostri uffici, in genere tranquilli e monotoni, il giorno in cui Swami venne a farci visita accompagnato dai suoi seguaci vestiti con abiti color arancio.”
Sembra che Prabhupada in persona abbia portato il manoscritto il giorno successivo a quello della breve visita di Brahmananda alla Macmillan.
Wade espresse il suo pensiero sulla spiritualità di Prabhupada.
“Dello Swami ricordo la figura imponente e singolare circondata da una potente aura spirituale. Un tipo come lui non si era mai visto negli uffici della Macmillan. A quell’epoca pubblicavamo anche autori come Alan Watts e John Bleibtreu che erano coinvolti nel Movimento spirituale comunitario di nome Arica. Allora la Macmillan aveva una tradizione nella pubblicazione di libri sulla spiritualità e sulla religione, che penso si sia conclusa non molto tempo dopo che io ne uscii per diventare caporedattore della World Publishing Company che ora non c’è più. Lo Swami era davvero speciale. Questo era evidente.”
Chiesi a Wade di entrare nei dettagli di quel fatidico incontro.
“Il nostro ufficio era piuttosto austero con un freddo arredo moderno. Ricordo di essermi preoccupato che lo Swami potesse non sentirsi a suo agio in quest’ambientazione piuttosto impersonale, ma fu chiaro che egli era un uomo che si sentiva a suo agio, come a casa sua, in qualsiasi ambiente. Lo ricordo come un uomo piuttosto alto con una figura imponente, ma in realtà non lo era, essendo di statura piuttosto bassa e molto cordiale. Tranquillo, modesto, circondato da un’aura di serenità e di pace molto gradevole e confortevole. Non posso essere più preciso di così. Egli era in questo mondo e allo stesso tempo non c’era. Sapeva che viviamo in un mondo d’illusione – qualcosa ci ha insegnato anche la scienza, dalle particelle subatomiche della meccanica quantistica alle teorie cosmologiche. Ricordo che desiderava che la Baghavad-gita Così Com’è avesse la diffusione più ampia possibile negli USA. Mi ricordo che cose come il Movimento Hare Krsna erano ai loro primissimi stadi. Teorie spirituali alternative – che vanno dalla Zen al Buddismo Tibetano per esempio – allora non avevano ancora toccato le menti e gli spiriti delle persone nel modo in cui questi percorsi alternativi fanno oggi per molti.”
James Wade era stato caporedattore della Macmillan dal 1965 al 1969, ma in questi pochi anni trascorsi nei loro uffici è passato alla storia per aver pubblicato l’edizione della Bhagavad-gita di un puro devoto. La versione ridotta apparve per la prima volta nel 1968, e grazie ai semi che James Wade aveva piantato, la Macmillan pubblicò la versione integrale della Bhagavad-gita Così Com’è di Prabhupada nel 1972.

Una Traduzione di Grande Potenza Spirituale

La traduzione e i commenti di Prabhupada non sono solo suoi; essi sono sostenuti dalla saggezza dei suoi predecessori della successione disciplica. È per questo che egli chiamò la sua traduzione “Così Com’è”. Il titolo dichiara con forza ai suoi lettori che non si tratta di un’ulteriore interpretazione, ma del messaggio originale del primo che la espose: Krsna, Dio la Persona Suprema. Di conseguenza, la Gita di Prabhupada fu la prima edizione in inglese capace di portare le persone alla coscienza di Krsna, per renderle devote di Krsna, cosa che costituisce il vero scopo del libro (vedi Bg. 18.65).
La Gita di Prabhupada è stata diffusa diventando la più importante edizione del mondo moderno, con risultati di vendita spesso superiori a traduzioni popolari ed erudite. Richiamando l’attenzione di milioni di lettori con le sue edizioni in circa cinquantacinque lingue, dal polacco al giapponese, dal tedesco all’azerbaijano, dal danese al croato, dall’inglese a molti dialetti indiani, la Gita di Srila Prabhupada costituisce un evento straordinario. Possiamo trovarla nelle case, nelle librerie, nelle biblioteche di ricerca e nelle istituzioni accademiche di tutto il mondo.
La storia dell’incontro di Prabhupada con la Macmillan dimostra che James Wade, allora caporedattore, servì da strumento nelle mani di Krsna, che aveva già firmato il contratto.

Satyaraja, discepolo di Srila Prabhupada, è un collaboratore assiduo di BTG. Egli ha scritto più di venti libri sulla Coscienza di Krsna. Vive vicino a New York City.



Gli Studiosi Elogiano la Bhagavad-gita Così Com’è

Subito dopo la pubblicazione ci fu l’approvazione della critica, con eruditi e letterati allora famosi che lodavano l’opera di Srila Prabhupada.

È un’opera profondamente sentita, concepita con forza e spiegata con chiarezza. Non so se lodare di più questa traduzione della Bhagavad-gita, il suo originale metodo di spiegazioni o l’incessante fertilità delle sue idee. Non ho mai visto nessuna altra opera sulla Gita con una interpretazione ed uno stile così significativi.
…Per molto tempo essa occuperà un posto importante nella vita intellettuale ed etica dell’uomo moderno.
Dott. Shaligram Shukla
Professore di Linguistica
alla Georgetown University

È fuori discussione che questa edizione sia uno dei migliori testi disponibili sulla Gita e sulla devozione. La traduzione di Prabhupada è una miscela ideale di accuratezza letteraria e di approfondimento religioso
Dott. Thomas J. Hopkins
Professore di Religione al Franklin and Marshall College

Nessuna opera di tutta la letteratura indiana è più citata, perché in occidente nessuna è più amata della Bhagavad-gita. La traduzione di una tale opera richiede non solo conoscenza del sanscrito, ma intima comprensione dell’argomento e grande abilità nell’uso della parola. Poiché il componimento in versi è una sinfonia in cui Dio è visto in ogni cosa, lo Swami ha reso un vero servizio agli studenti rivestendo l’amato poema indiano con una fresca interpretazione. Qualunque sia il nostro modo di vedere, dovremmo essere grati per la fatica che ha portato a questa opera illuminante
Dott. Geddes MacGregor Emerito Professore di Filosofia alla University of Southern California

Posso dire che nella Bhagavad-gita Così Com’è ho trovato spiegazioni e risposte alle domande che mi ero sempre posto riguardo all’interpretazione di questa opera sacra, di cui ammiro profondamente la disciplina spirituale. Se l’ascetismo e l’ideale degli apostoli che formano il messaggio della Bhagavad-gita Così Com’è fossero più diffusi e più rispettati, il mondo in cui viviamo si trasformerebbe in un posto migliore, più fraterno
Dott. Paul Lesourd Autore, Professore Onorario alla Università Cattolica di Parigi

Il mondo degli eruditi è nuovamente in debito con A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Sebbene la Bhagavad-gita sia stata tradotta molte volte, Prabhupada con i suoi commenti aggiunge una traduzione di singolare importanza.
Dott. J. Stillson Judah Professore di Storia delle Religioni e Direttore della Libraries
Graduate Theological Union Berkeley in California

La Bhagavad-gita, uno dei più grandi testi spirituali, non fa ancora parte del nostro ambiente culturale. Questo probabilmente non è dovuto tanto al fatto che è straniera quanto perché di essa non avevamo quel genere di commento così efficacemente interpretativo a cui Swami Bhaktivedanta ha provveduto, un commento scritto non solo dal punto di vista di un erudito, ma da quello di un praticante, di un devoto dedicato per tutta la sua vita.
Denise Leverto Scrittrice

Al crescente numero di lettori occidentali interessati al pensiero classico vedico è stato offerto un grande servizio da parte di Swami Prabhupada. Portandoci una nuova e viva interpretazione di un testo già conosciuto da molti, egli ha accresciuto moltissimo la nostra comprensione.
Dott. Edward C. Dimock, Jr. Dipartimento di Linguaggio e Civilizzazione dell’Asia del Sud Università di Chicago

Sono molto impressionato dall’erudita ed autorevole edizione della Bhagavad-gita di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. È un’opera preziosa sia per gli studiosi sia per l’uomo normale ed è di grande utilità sia come libro di riferimento che come libro di testo. Io raccomando vivamente questa edizione ai miei studenti. È un libro molto ben fatto.
Dr. Samuel D. Atkins
Professore di Sanscrito
Università di Princeton

Che il lettore sia un adepto dello spiritualismo indiano o no, una lettura della Bhagavad-gita Così Com’è sarà estremamente proficua. Per molte persone questo sarà il primo contatto con l’India autentica, l’antica ed eterna India.
Francois Chenique Professore di Scienze Religiose Istituto di Studi Politici

Sono molto emozionato di vedere la pubblicazione della Bhagavad-gita Così Com’è di Sri Bhaktivedanta Swami Prabahupada. Questa opera contribuirà a fermare l’inganno di falsi guru e yogi non autorizzati e darà a tutti un’opportunità di capire il vero significato della cultura orientale.
Dr. Kailash Vajpeye Direttore degli Studi Indiani Centro per gli Studi Orientali Università del Messico


Altre Storie della Gita della Macmillan

PER POTER far parte della serie dei classici spirituali della Macmillan, la Gita di Prabhupada doveva essere conforme ad una certa dimensione e ad un certo stile, il che significava che doveva essere ridotta dal suo manoscritto di mille pagine a poco più di trecento pagine. Cosa fare? Prabhupada l’avrebbe accettato?
Brahmananda fu sorpreso quando il suo maestro spirituale gli disse: “Fai tutto quello che vuole l’editore; ma i nostri uomini devono preparare il testo in modo che il significato non cambi.”
Hayagriva e Rayarama, due tra i più colti discepoli di Prabhupada, prepararono il testo per la pubblicazione e consegnarono alla Macmillan la copia ridotta della Gita prima della scadenza del termine. Prabhupada però chiarì che desiderava che in seguito venisse pubblicata la versione integrale, non ridotta.
Brahmananda scrisse a famosi letterati, poeti ed eruditi religiosi, nella speranza che essi avrebbero dato il loro contributo con prefazioni all’opera di Prabhupada per aumentarne le prospettive di vendita. Si rivolse a Thomas Merton, ad Allen Ginsberg, a Denise Levertov e ad Allan Watts. Tutti ad eccezione di Watts acconsentirono. Nella sua risposta a Brahmananda, Watts scrisse che la filosofia di Prabhupada di presentare la Gita “così com’è” senza interpretarla, era di per sé un’interpretazione e perciò disonesta sul piano intellettuale.
Brahmananda era preoccupato, non perché dubitasse di Prabhupada, ma perché Watts era un autore conosciuto che pubblicava con la Macmillan. James Wade avrebbe modificato la sua decisione di pubblicare il libro di Prabhupada se avesse visto la risposta di uno dei suoi autori?
Niente affatto. Wade disse che anche se Watts scriveva dei buoni libri, non capiva la tradizione Gaudiya Vaisnava dello Swami. Il libro di Prabhupada era nella lista, non c’era nessun problema.
Prabhupada affidò a Govinda Dasi alle Hawai l’illustrazione della copertina della sua prima edizione Macmillan. Essi discussero sulle dimostrazioni contro la guerra di quel tempo e decisero di non mettere sulla copertina della Bhagavad-gita la solita scena del campo di battaglia. Prabhupada disse a Govinda Dasi di dipingere invece la Forma Universale con le Sue molte teste, lingue, braccia e via dicendo. Furono d’accordo che la natura “psichedelica” di questa immagine avrebbe attratto gli hippies.
Quando l’illustrazione fu sottoposta all’editore però, la Macmillan avanzò delle riserve. Ritenendola troppo soprannaturale per i loro consueti lettori, decisero di togliere le molte braccia e le molte teste, lasciando solo quattro braccia e una testa. Govinda Dasi fu sconvolta dal fatto che avessero modificato il suo lavoro.
“Non preoccuparti per questo,” disse Prabhupada. “Questo ora è Visnu che è superiore alla Forma Universale.”
Prabhupada aveva sempre voluto che il suo nome apparisse in basso nei suoi libri, sotto la rappresentazione di Krsna o di una delle Sue incarnazioni che potevano essere usate sulla copertina. Non aveva mai voluto che il suo nome fosse al lato del Signore, in una posizione uguale alla Sua, perché questo sarebbe stato in contrasto con l’etichetta.
Quando il libro della Macmillan tornò con il nome di Prabhupada proprio vicino all’immagine del Signore, Prabhupada lo guardò a lungo e attentamente, e poi disse: “ Va bene. L’energia del Signore è sempre alla Sua sinistra e il devoto è un’espansione di questa energia, quindi va tutto bene.”


S E Z I O N E L I B R I : S R I M A D - B H A G A V A T A M
Considerato “il frutto maturo dell’albero della letteratura Vedica,” lo Srimad-Bhagavatam è la più completa ed autorevole esposizione della conoscenza Vedica. Cinquemila anni fa Krsna Dvaipayana Vyasa compose questo purana, o storia, per spiegare l’essenza della conoscenza spirituale. Qui presentiamo lo Srimad-Bhagavatam col testo originale sanscrito, la traslitterazione, la traduzione parola per parola, la traduzione letterale e le spiegazioni di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada,
Acarya Fondatore dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.


SUNITI CONSIGLIA DHRUVA


La regina Suniti dice al suo addolorato figlio che il successo materiale e spirituale si può trovare solo accettando il rifugio del Signore Supremo.

CANTO 4: CAPITOLO 8



yasyanghri-padmam paricarya visva-
vibhavanayatta-gunabhipatteh
ajo ’dhyatisthat khalu paramesthyam
padam jitatma-svasanabhivandyam

yasya: del quale; anghri: i piedi; padmam: di loto; paricarya: adorando; visva: l’universo; vibhavanaya: per creare; atta: ricevuto; guna-abhipatteh: per ottenere le qualità necessarie; ajah: il non-nato, Brahma; adhyatisthat: si situò; khalu: senza dubbio; paramesthyam: la posizione suprema nell’universo; padam: posto; jita-atma: che ha conquistato la mente; svasana: controllata l’aria vitale; abhivandyam: degno di adorazione.

[Suniti continuò:] Dio, la Persona Suprema, è così grande che soltanto adorando i Suoi piedi di loto, Brahma, il tuo bisnonno, acquisì le qualità necessarie per creare questo universo. Sebbene Brahma sia non-nato, e sia il capo di tutte le creature viventi, ha ottenuto la sua posizione elevata per la misericordia del Signore Supremo, che è adorato anche dai grandi yogi che controllano la mente e regolano l’aria vitale [prana].

SPIEGAZIONE: Suniti citò l’esempio di Brahma, che era il bisnonno di Dhruva Maharaja. Benché anche Brahma sia un essere individuale, con le sue austerità e le sue penitenze ha raggiunto l’elevata posizione di creatore di questo universo con la misericordia del Signore Supremo. Per ottenere il successo nei nostri tentativi non ci si deve soltanto sottoporre a severe austerità e penitenze, ma è necessario anche dipendere dalla misericordia del Signore Supremo. Questa indicazione era stata data a Dhruva Maharaja dalla sua matrigna, e ora sua madre Suniti gliela conferma.


tatha manur vo bhagavan pitamaho
yam eka-matya puru-daksinair makhaih
istvabhipede duravapam anyato
bhaumam sukham divyam athapavargyam

tatha: similmente; manuh: Svayambhuva Manu; vah: tuo; bhagavan: degno di adorazione; pitamahah: nonno; yam: al quale; eka-matya: con una devozione incrollabile; puru: grande; daksinaih: con la carità; makhaih: con l’esecuzione di sacrifici; istva: adorando; abhipede: ottenne; duravapam: difficile da raggiungere; anyatah: con qualche altro mezzo; bhaumam: materiale; sukham: felicità; divyam: celestiale; atha: perciò; apavargyam: liberazione.

[Suniti informò suo figlio:] Tuo nonno Svayambhuva Manu compì grandi sacrifici accompagnati da atti di carità; così, con fede e devozione incrollabili, adorò e soddisfece il Signore Supremo. Agendo in questo modo egli ottenne il più grande successo nell’ambito della felicità materiale e in seguito raggiunse la liberazione, che è impossibile da ottenere con l’adorazione degli esseri celesti.

SPIEGAZIONE: Il successo della nostra vita è misurato dal livello di felicità materiale raggiunto in questa vita, e dalla liberazione nella prossima. Questo successo può essere ottenuto solo con la grazia del Signore Supremo. Le parole eka-matya indicano il fatto di concentrare la mente sul Signore senza mai deviare; questo metodo di adorazione fermamente concentrata sul Signore Supremo è citato anche nella Bhagavad-gita con le parole ananya-bhak.
Questo verso spiega anche “ciò che è impossibile ottenere da qualsiasi altra fonte”. Per “altra fonte” s’intende qui l’adorazione degli esseri celesti. È sottolineato il fatto che l’opulenza di Manu era dovuta alla sua incrollabile fedeltà al servizio trascendentale del Signore. Chi permette alla propria mente di distrarsi, dedicandosi all’adorazione di molti esseri celesti per ottenere la felicità materiale, è considerato privo d’intelligenza. Anche chi desidera la felicità materiale può adorare il Signore senza deviare, e le persone che aspirano alla liberazione possono anch’esse adorare il Signore Supremo e raggiungere così il loro scopo.

tam eva vatsasraya bhrtya-vatsalam
mumuksubhir mrgya-padabja-paddhatim
ananya-bhave nija-dharma-bhavite
manasy avasthapya bhajasva purusam

tam: Lui; eva: anche; vatsa: mio caro ragazzo; asraya: prendi rifugio; bhrtya-vatsalam: del Signore Supremo, che è molto buono con i Suoi devoti; mumuksubhih: anche dalle persone che desiderano la liberazione; mrgya: da cercare; pada-abja: i piedi di loto; paddhatim: sistema; ananya-bhave: in una situazione ferma; nija-dharma-bhavite: situato nella propria posizione originale; manasi: alla mente; avasthapya: mettendo; bhajasva: continua ad eseguire il servizio devozionale; purusam: al Signore Supremo.

Mio caro figlio, anche tu devi cercare rifugio in Dio, la Persona Suprema, che è molto benevolo con i Suoi devoti. Le persone che cercano la liberazione dal ciclo di nascite e morti ripetute si rifugiano sempre ai piedi di loto del Signore mediante il servizio devozionale. Purificandoti con l’esecuzione del dovere che ti è prescritto, devi situare nel tuo cuore Dio, la Persona Suprema, e senza mai deviare, neppure per un istante, devi impegnarti sempre al Suo servizio.

SPIEGAZIONE: Il sistema del bhakti-yoga descritto dalla regina Suniti a suo figlio è la via classica per la realizzazione di Dio. Ciascuno può continuare ad agire nell’ambito del dovere prescritto e contemporaneamente tenere il Signore Supremo nel proprio cuore. Questo è anche l’insegnamento del Signore ad Arjuna nella Bhagavad-gita: “Continua a combattere, ma tieniMi nella tua mente.” Questo dovrebbe essere il motto di ogni persona onesta che cerca la perfezione nella coscienza di Krsna.
A questo proposito, la regina Suniti informò suo figlio che il Signore Supremo è conosciuto come bhrtya-vatsala, cioè molto benevolo con i Suoi devoti. La regina aggiunse: “Sei corso da me piangendo per gli insulti della tua matrigna, ma io non sono in grado di aiutarti. Krsna, invece, è così buono con i Suoi devoti che se vai da Lui, il Suo affetto e la Sua tenerezza supereranno la bontà e la gentilezza di milioni di madri come me. Quando nessuno è in grado di alleviare la nostra sofferenza, Krsna, invece, può aiutare il Suo devoto.” La regina Suniti riconosceva che avvicinare il Signore Supremo non è cosa facile, ma è l’aspirazione dei grandi saggi molto avanzati nella realizzazione spirituale. Con le sue istruzioni, la regina Suniti suggeriva che essendo Dhruva Maharaja un bambino di soli cinque anni, non avrebbe potuto purificarsi col sistema del karma-kanda. Ma col metodo del bhakti-yoga anche un bambino che abbia meno di cinque anni, o chiunque, a qualsiasi età si può purificare. Questo è il significato speciale del bhakti-yoga. Per questa ragione Suniti gli consigliava di non intraprendere l’adorazione degli esseri celesti o qualche altro metodo, ma di rivolgersi soltanto al Signore Supremo, e avrebbe raggiunto così ogni perfezione. Non appena abbiamo situato il Signore Supremo nel nostro cuore tutto diventa facile e pieno di successo.

nanyam tatah padma-palasa-locanad
duhkha-cchidam te mrgayami kancana
yo mrgyate hasta-grhita-padmaya
sriyetarair anga vimrgyamanaya

na anyam: nessun altro; tatah: perciò; padma-palasa-locanat: dal Signore Supremo, che ha occhi di loto; duhkha-chidam: che può alleviare le sofferenze degli altri; te: tue; mrgayami: io cerco; kancana: chiunque altro; yah: che; mrgyate: cerca; hasta-grhita-padmaya: con un fiore di loto nella mano; sriya: la dea della fortuna; itaraih: da altri; anga: mio caro ragazzo; vimrgyamanaya: da colui che è adorato.

Mio caro Dhruva, per quanto mi riguarda non vedo nessuno che possa alleviare la tua sofferenza all’infuori di Dio, la Persona Suprema, i cui occhi sono simili ai petali del fiore di loto. Molti esseri celesti, come Brahma, cercano il piacere della dea della fortuna, ma la stessa dea della fortuna, che ha un fiore di loto nella mano, è sempre pronta ad offrire il suo servizio al Signore Supremo.

SPIEGAZIONE: Suniti afferma qui che la benedizione che si riceve da Dio, la Persona Suprema, e quella ricevuta dagli esseri celesti non sono sullo stesso piano. Gli sciocchi affermano che si otterranno gli stessi risultati a chiunque rivolgiamo la nostra adorazione, ma in realtà non è vero. La Bhagavad-gita afferma che le benedizioni che si ricevono dagli esseri celesti sono tutte temporanee e sono destinate alle persone meno intelligenti. In altre parole, poiché gli esseri celesti sono anime condizionate dalla materia, benché si trovino in una posizione molto elevata, le loro benedizioni durature sono quelle spirituali, perché l’anima spirituale è eterna. La Bhagavad-gita spiega inoltre che solo le persone che hanno perso l’intelligenza si dedicano all’adorazione degli esseri celesti. Per questa ragione Suniti raccomandò a suo figlio di non cercare l’aiuto degli esseri celesti, ma di avvicinare direttamente il Signore Supremo, se voleva trovare sollievo alla sua sofferenza.
L’opulenza materiale è controllata dal Signore Supremo mediante le Sue differenti potenze, e in special modo mediante la dea della fortuna. Coloro che cercano l’opulenza materiale cercano dunque il favore o la misericordia della dea della fortuna. Perfino gli esseri celesti più elevati adorano la dea della fortuna, ma lei, Maha-Laksmi in persona, cerca sempre di soddisfare il Signore Supremo. Perciò chiunque intraprenda l’adorazione del Signore Supremo riceve automaticamente le benedizioni della dea della fortuna. A questo stadio di esistenza Dhruva Maharaja stava cercando l’opulenza materiale, e sua madre lo informò saggiamente che anche per ottenere l’opulenza materiale è consigliabile adorare il Signore Supremo, e non gli esseri celesti.
I puri devoti non chiedono al Signore Supremo benedizioni per progredire materialmente, ma nella Bhagavad-gita è spiegato che le persone virtuose si rivolgono al Signore anche per le benedizioni materiali. La persona che si rivolge al Signore Supremo per ottenere un beneficio materiale sarà gradualmente purificata dal suo contatto col Signore Supremo, e liberandosi così da tutti i desideri materiali sarà elevata allo stadio di vita spirituale. Chi non si eleva al piano spirituale non può trascendere completamente la contaminazione materiale.
Suniti, la madre di Dhruva, era una donna di ampie vedute, perciò consigliò a suo figlio di adorare il Signore Supremo e nessun altro. Il Signore è descritto in questo verso come Colui che possiede occhi di loto (padma-palasa-locanat). Quando una persona si sente affaticata, se vede un fiore di loto sente immediatamente svanire la sua fatica; similmente, una persona oppressa dal dolore è alleviata dalla sofferenza se contempla il viso di loto di Dio, la Persona Suprema. Il fiore di loto è anche uno dei simboli che Sri Visnu e la dea della fortuna portano nella mano. Coloro che adorano la dea della fortuna e Sri Visnu insieme sono certamente molto opulenti sotto ogni aspetto, anche nella vita materiale. Il Signore è talvolta chiamato siva-virinci-nutam, e questo significa che anche Siva e Brahma offrono i loro rispettosi omaggi ai piedi del Signore Supremo, Narayana.

maitreya uvaca
evam sanjalpitam matur
akarnyarthagamam vacah
sanniyamyatmanatmanam
niscakrama pituh purat

maitreyah uvaca: il grande saggio Maitreya disse; evam: così; sanjalpitam: detto insieme; matuh: della madre; akarnya: sentendo; artha-agamam: piene di significato; vacah: parole; sanniyamya: controllando; atmana: con la mente; atmanam: il sé; niscakrama: uscì; pituh: del padre; purat: della casa.

Il grande saggio Maitreya continuò: Le istruzioni della madre di Dhruva Maharaja, Suniti, erano in realtà destinate a soddisfare il desiderio del figlio. Perciò, dopo matura riflessione, con intelligenza e determinazione incrollabili, egli lasciò la casa di suo padre.

SPIEGAZIONE: La madre e il figlio si lamentavano entrambi del fatto che Dhruva Maharaja fosse stato insultato dalla sua matrigna e che il padre non avesse reagito. Ma lamentarsi è inutile, si deve invece trovare il modo di rimediare alle proprie sofferenze; così madre e figlio decisero di rifugiarsi ai piedi di loto del Signore, perché questa è l’unica soluzione per tutti i problemi materiali. A questo proposito il verso indica che Dhruva Maharaja lasciò la capitale di suo padre e si recò in un luogo solitario allo scopo di cercare Dio, la Persona Suprema. Anche secondo un’istruzione di Prahlada Maharaja, chi cerca la pace della mente deve liberarsi da tutte le contaminazioni della vita familiare, deve prendere rifugio in Dio, la Persona Suprema, andando a vivere nella foresta. Per i Gaudiya Vaisnava questa foresta è Vrndavana, la foresta di Vrnda. Chi prende rifugio in Vrndavana, sotto la protezione di Vrndavanesvari, Srimati Radharani, certamente vedrà che tutti i problemi della propria vita si risolveranno nel modo più semplice.

naradas tad upakarnya
jnatva tasya cikirsitam
sprstva murdhany agha-ghnena
panina praha vismitah

naradah: il grande saggio Narada; tat: quello; upakarnya: sentendo parlare di; jnatva: e sapendo; tasya: di lui, Dhruva Maharaja; cikirsitam: attività; sprstva: toccando; murdhani: sulla testa; agha-ghnena: che può scacciare tutte le attività peccaminose; panina: con la mano; praha: disse; vismitah: sorpreso.

Il grande saggio Narada sentì queste notizie, e rendendosi conto delle attività di Dhruva Maharaja ne rimase stupefatto. Si recò dunque da Dhruva e toccando la testa del bambino con la sua mano infinitamente virtuosa gli rivolse queste parole.

SPIEGAZIONE: Narada non era presente quando Dhruva Maharaja aveva parlato con sua madre, Suniti, dei fatti accaduti nel palazzo. Ci si può chiedere perciò in che modo Narada avesse appreso tutta la storia. Ma noi sappiamo che Narada è trikala-jna; egli è così potente che può capire il passato, il futuro e il presente del cuore di ogni essere, proprio come l’Anima Suprema, Dio, la Persona Suprema. Perciò, dopo aver visto la forte determinazione di Dhruva Maharaja, Narada andò ad aiutarlo. Tutto ciò può essere spiegato col fatto che il Signore Supremo è presente nel cuore di ognuno, e non appena Si rende conto che un essere desidera seriamente impegnarsi nel servizio devozionale, gli manda il Suo rappresentante. In questo modo Narada fu inviato a Dhruva Maharaja. Il Caitanya-caritamrta spiega: guru-krsna-prasade paya bhakti-lata-bija, per la grazia del maestro spirituale e di Krsna si può accedere al servizio devozionale. Poiché Dhruva Maharaja era così determinato, Krsna, l’Anima Suprema, gli inviò immediatamente il Suo rappresentante, Narada, perché lo iniziasse.

aho tejah ksatriyanam
mana-bhangam amrsyatam
balo ’py ayam hrda dhatte
yat samatur asad-vacah

aho: quale meraviglia; tejah: il potere; ksatriyanam: degli ksatriya; mana-bhangam: che urta l’onore; amrsyatam: incapace di tollerare; balah: un bambino soltanto; api: sebbene; ayam: questo; hrda: a cuore; dhatte: ha preso; yat: ciò che; sa-matuh: della matrigna; asat: spiacevoli; vacah: parole.

I potenti ksatriya sono veramente meravigliosi! Non possono tollerare nemmeno una lieve offesa al loro prestigio. Guardate! Sebbene questo ragazzo sia solo un piccolo bambino, non ha potuto sopportare le parole pungenti della sua matrigna.

[Continua nel prossimo numero]


L’OSSERVATORE VEDICO

Commenti Trascendentali sugli Argomenti del Giorno
Eroi Effimeri e Fans in Lacrime di Vraja Vihari Dasa


MI STROPICCIAI GLI OCCHI incredulo. Era proprio il mio eroe. Avevo collezionato le sue foto e gli articoli di giornale pubblicati in tutti i quotidiani per una decina d’anni. Le sua gesta di giocatore di cricket e di scrittore erano ben note e la mia stanza era dedicata alla sua vita gloriosa. Quando lo vidi con aria smarrita attraversare la strada, colsi l’occasione per dimostrargli il mio affetto. La mia mente pensò a migliaia di cose che avrei potuto dirgli. Dopo tutto non ero un diciannovenne qualsiasi, ero il suo più grande fan! Attraversai la strada di corsa e affannato e ansimante timidamente mi presentai.
Senza farmi neanche un mezzo sorriso e facendo solo finta di riconoscermi, guardava frettolosamente in tutte le direzioni.
“Posso aiutarti?” mi offrii spontaneamente.
“Vorrei un taxi. Puoi chiamarne uno?”
Corsi via a tutta velocità e tornai subito con un taxi, appena in tempo per vederlo partire in un altro taxi. E prima che noi due potessimo parlare di quei momenti culminanti di una partita di cricket che ti fanno mordere le unghie, degli articoli che coglievano nel segno e di tutti quei meravigliosi momenti che fanno sobbalzare il cuore, se n’era già andato.
Mentre mi sforzavo di non perdere di vista il taxi, il tumultuoso traffico di Mumbai lo inghiottì. Mi sedetti su una panchina vicina, sopraffatto dall’emozione di questo incontro certamente unico nella vita con il leggendario giocatore di cricket, con il mio eroe che veneravo.
Subito, comunque, la dolorosa realtà calò su di me: non significavo niente per lui e non gli sarebbe potuto importare di meno del mio entusiasmo. Ero insignificante per lui e quello scambio che avevo desiderato tanto intensamente non ci sarebbe stato.

Senza Speranza di Essere Speciale

Anni dopo, mentre stavo facendo delle compere nel supermercato indiano della spiritualità, vidi per caso un volantino che diceva: “Scopri la persona più speciale: tu.” Non potei fare a meno di confrontare questo e altri inviti simili con la mia precedente esperienza dolorosa, in cui ero stato respinto come una persona di nessuna importanza.
Pubblicità, cartelloni, film, copertine di vari prodotti ci fanno sentire come se fossimo il centro dell’universo, con il mondo ai nostri piedi. La realtà invece ci riserva spiacevoli sorprese e le nostre delusioni smentiscono le grandi promesse delle compagnie pubblicitarie. Queste delusioni capitano abbastanza spesso per essere considerate solo scuse da pessimisti. Nel frattempo andiamo avanti, sperando che il prossimo incontro con il mondo “reale” faccia girare le cose a nostro favore e ci faccia sentire speciali; e il mondo “dell’illusione” è lì per mantenerci ottimisti e positivi. Mentre nutriamo la nostra coscienza con le immagini ingannevoli dei media centrate sull’ego, cerchiamo momenti speciali e relazioni che stimolino il nostro ego. Sfortunatamente le persone si preoccupano più del loro ego che di quello degli altri. Il risultato è ben lontano dalla reciprocazione a cui disperatamente aneliamo. Le relazioni spesso diventano amare e finiscono con una separazione o un divorzio. La naturale conseguenza dei conflitti dell’ego è la sfiducia e lo scontro che portano ad una spirale di violenze domestiche e sociali.
La disperata ricerca della valorizzazione del sé porta molte persone a cercare un percorso spirituale, com’è evidenziato dal boom degli affari “spirituali” in India. Troppe sette però sostengono soltanto la nostra ossessiva presunzione, incoraggiandoci a credere di essere Dio. Esse mettono in giro frasi attraenti e sinonimi per Dio come “amore”, “divertimento e gioia” e “pace e bellezza”. Ci confortano usando parole intelligenti e promettendoci la pace attraverso la meditazione silenziosa o il controllo del respiro. Ponendoci su un ritrovato piano mentale, diciamo che la vita è incompleta senza “spiritualità”. Alcuni di noi riescono a vedere questo inganno e restano presi da una profonda sensazione di tradimento dovuta a miriadi di cosiddetti guru.

Svelando la Finzione

Alcuni anni dopo l’incontro deludente con il mio eroe diventai un devoto Hare Krsna e imparai che Dio, Krsna, è la persona più speciale e che noi siamo veramente insignificanti in confronto a Lui e al cosmo. Inoltre, anche tutti gli eroi del mondo materiale sono, come noi, semplici nomi che scompaiono subito, portati via dalle onde del tempo.
Ricordando il mio incontro da giovane con un eroe di tale fatta, capii quanto fosse vera la filosofia della coscienza di Krsna.
Molte persone però si spaventano di fronte a questa decisa dichiarazione della grandezza di Dio e della nostra scarsa importanza, perché questa realtà è precisamente quello che essi cercano di dimenticare. Se affrontato e scoperto, un ladro o un fuggiasco è soltanto dispiaciuto o arrabbiato.
Il ritratto che le Scritture fanno della sgradevole realtà di questo mondo turba l’infernale inclinazione, dura a morire, a cercare qui il piacere.

L’Amore di Krsna Ci Rende Speciali

Un esame più attento degli insegnamenti di Krsna mostra che la posizione di ogni essere vivente non è soltanto irrilevante, ma simultaneamente anche speciale. Noi siamo tutti parti di Dio, Krsna, e la nostra posizione costituzionale è servire Lui, il Supremo, il Signore che ama tutti indistintamente. Questo servizio non solo riempie i nostri cuori con una felicità che trascende i comuni piaceri materiali, ma ci ristabilisce nella nostra posizione speciale. Nel mondo spirituale, la nostra dimora originale, ogni anima ha una relazione speciale con Krsna. Sebbene minuscoli e insignificanti se paragonati al Signore, possiamo conquistarLo attraverso il metodo del servizio d’amore devozionale.
Un dito è insignificante se separato dal corpo, ma ha un valore speciale se connesso alla mano. Una vite è inutile se è separata dalla macchina, ma quando viene rimessa al suo posto ha la sua speciale funzione. È la nostra relazione con Krsna che ci rende speciali. Separati da Lui, la venerazione di nessun eroe può dare significato alla nostra vita.
Una pia meditazione sulla nostra irrilevanza rispetto al Signore Supremo e ai Suoi numerosi servitori ci rende umili. Questa umiltà addolcisce il nostro cuore e cattura il cuore di Krsna. In forte contrasto con l’adulazione rivolta alle superstar, in cui anche i più appassionati entusiasti sono lasciati isolati, un approccio spirituale basato sull’umiltà e sul servizio trasforma sconosciuti servitori in ricettacoli gloriosi della misericordia e dell’amore del Signore.

Krsna Reciproca con i Suoi Fan

A differenza di molti eroi moderni che possono non curarsi mai di sapere quanto siano amati dai loro fan, Krsna, presente nel cuore nella forma di Anima Suprema, conosce anche i più piccoli desideri ed è sempre pronto a reciprocare con il nostro desiderio di amarLo. In realtà è più contento Krsna di riceverci nel Suo abbraccio affettuoso di quanto lo siamo noi di sentire il calore della Sua presenza nella nostra vita.
Le Scritture sono ricche di esempi di reciprocazione del Signore con i Suoi “fan” o devoti. Mentre un eroe di questo mondo può essere selettivo nella scelta della sua compagnia, Krsna risponde al richiamo dei Suoi devoti senza tener conto del sesso, dello stato sociale, dell’importanza o perfino della specie.
Mrgari, un crudele cacciatore che feriva a morte gli animali, si divertiva a guardarli morire in mezzo a tremende sofferenze. Narada Muni, l’amico intimo del Signore, cambiò il cuore di Mrgari, che si mise immediatamente a pregare il Signore cantando i Suoi nomi. Krsna sentì l’invocazione di Mrgari e riempì il suo cuore di amore e di compassione. Mrgari proseguì su quella strada e diventò un grande santo che mostrava una gentilezza senza pari verso tutti gli esseri viventi.
Krsna udì l’invocazione di Dhruva, sebbene fosse un bambino di appena cinque anni.
A Krsna non interessa l’intelletto materiale e l’educazione di una persona. Ciò è confermato dal Suo affettuoso comportamento con le scimmie di Vrndavana e dal Suo tempestivo intervento in favore dell’elefante Gajendra, che trovandosi in pericolo invocò il Signore.
La gobba Kubja e Sudama ridotto in povertà non erano assolutamente persone ricche e famose. Vidura, figlio di una servitrice, fu escluso dalla elite di Hastinapura. Krsna fu pronto a rispondere alle richieste di tutti questi devoti.

Il Destino degli Eroi Effimeri

Cosa dire degli eroi che ho abbandonato per seguire Krsna? Se io sono insignificante, lo è anche il campione di cricket, che dopo alcuni anni in primo piano si trova privato del bagliore dei media e se è fortunato può evitare una disonorevole sospensione dalla squadra per un periodo di scarse prestazioni. La situazione delle regine di bellezza, degli uomini macho e dei messia politici non è diversa. Le sensazionali bellezze degli anni ’80 oggi non sono più famose e sono state sostituite da un nuovo gruppo di facce carine, che saranno presto sostituite da un altro nuovo gruppo.
Ogni giorno sui cartelloni, sugli schermi della televisione e sulle copertine di famose riviste appaiono nuovi eroi e le persone perdono la testa dietro a loro. Giovani uomini e donne seguono come pazzi queste star e incidono i loro nomi nelle pagine fugaci della storia. Ma in realtà quanto sono importanti, anche rispetto a questo pianeta? In Cina, la nazione più popolata del mondo a noi vicina, non vi è traccia di cricket o di Bollywood, ma i suoi cittadini, che sono più di un bilione, hanno anch’essi i loro eroi. Pertanto, la preziosa energia umana viene sprecata nel rincorrere con entusiasmo mete effimere.

Cedere il Posto al Vero Eroe

Come devoti di Krsna diciamo addio ad una vita tragica in un mondo di ipocrisia e del falso “tutto va bene”. Invece di cercare di essere grandi è il momento di vivere in un mondo centrato sul servizio a Colui che è grande. È questo atteggiamento che Lo conquista. Come risposta al nostro servizio e al nostro modo sincero di rivolgerci a Lui con il canto dei santi nomi, Krsna colma i nostri cuori di gioia spirituale. Non è necessario soffocare la nostra passione per adorare un eroe; è sufficiente cambiare l’oggetto. Con Krsna al centro non ci sono più delusioni. E malgrado tutte le accuse di dare un’immagine cupa di questo mondo, gli Hare Krsna, con i loro volti sorridenti, continuano a cantare felicemente e a danzare seguendo le melodie di Krsna.

Vraja Vihari Dasa fa servizio a tempo pieno al tempio ISKCON di Chowpatty (Mumbai) e insegna la coscienza di Krsna agli studenti di vari college.


Rendere Percorribili Strade non Praticabili


Nella Colombia Britannica, in Canada, alcuni neo-pionieri Hare Krsna sono impegnati a concretizzare un aspetto importante della visione di Srila Prabhupada
di Yoginatha Dasa


Raramente Vanamali cammina. Come la maggior parte dei bambini di sei anni ella, immersa nel suo mondo, salta, ruota, si piega e sobbalza sui sentieri e le strade fangose del Villaggio di Saraganati, nella lontana Colombia Britannica. I suoi numerosi percorsi e quelli di altri prima di lei hanno segnato il sentiero che conduce da casa a scuola attraverso la foresta di pini e di abeti.
Il nome Vanamali Dasi significa “servitrice di Krsna che porta su di Sè i bellissimi fiori della foresta”. Ella è un membro della “terza generazione” ISKCON, figli dei figli dei discepoli di Srila Prabhupada. È nata in casa a Saraganati, dove ora frequenta la scuola. Le impronte dei devoti che vivono qui hanno formato i sentieri che ella usa – scorciatoie tra le case, dalle case al tempio e ad altri posti particolari nella foresta, come “il ponte rosso”.
Vent’anni fa non c’erano sentieri. La valle ora conosciuta come Saraganati una volta era un terreno di caccia estiva degli Indiani aborigeni. Negli anni ’30 immigrati cinesi cercarono di farvi crescere cavoli e patate. Poi, nel 1987, spinti dalla passione di soddisfare il desiderio di Srila Prabhupada per il varnasrama, un gruppo di devoti di Vancouver misero insieme i loro denari e pagarono subito il terreno.
Non c’erano case, né acqua corrente, né elettricità. C’erano alcune strade profondamente solcate, alcuni cadenti recinti grigi di altri tempi e circa 800 ettari di terreno incolto, leggermente roccioso e alcalino, circondato da alberi. Non c’erano buone ragioni per pensare che questa terra potesse sostenere un villaggio varnasrama. In effetti, non c’era nessuna conoscenza di una traccia storica di insediamenti umani su questa terra. Tuttavia, fu qui che neo-pionieri come i nonni di Vanamali, citando slogan di autosufficienza e di vita semplice, decisero di costruirvi il nostro modello di comunità.
A differenza degli immigrati europei che avevano raggiunto il loro Nuovo Mondo muniti di forza fisica e di alcune fondamentali abilità per la sopravvivenza, l’unica capacità da me acquisita nell’infanzia nei sobborghi di Seattle e in due anni di college era quella di accendere un fiammifero.
Nel 1987, abbandonata la logica e il buon senso, io ed altri ugualmente impreparati caricammo alcuni camion pick-up con pochi arnesi da lavoro, alcune finestre di seconda mano e vari altri utensili. Poi ci avventurammo ciecamente, insensatamente ma con entusiasmo, nella fredda e desolata terra del nord ora conosciuta come Saraganati, brucianti di entusiasmo nel servire il nostro guru e il suo Movimento.

LA VISIONE DI PRABHUPADA

Prima del suo trapasso Srila Prabhupada parlava spesso del varnasrama-dharma, il sistema sociale vedico finalizzato ad aiutare tutti a fare un graduale progresso spirituale. Era chiaramente un raggio della ruota del suo progetto missionario.
“Il nostro dovere è quello di organizzare anche gli impegni esterni così bene che un giorno con grande facilità raggiungeranno la piattaforma spirituale aprendo la strada… diventare Vaisnava non è tanto facile. Per diventare Vaisnava bisogna stabilirsi nel varnasrama-dharma. Non è così facile diventare Vaisnava. (Srila Prabhupada, Mayapur, India 14/2/77)
Sebbene nessuno di noi fosse in grado di descrivere in dettaglio una “comunità varnasrama”, di una cosa eravamo sicuri: dovevamo impegnarci a costituire un gruppo di devoti ben intenzionati a essere coscienti di Krsna immessi nella selvaggia Colombia Britannica, con la proprietà privata delle loro case e di una parte della terra circostante, i quali nel tempo avrebbero realizzato il varnasrama. Era come seminare una manciata di semi di grano in un campo abbandonato e incolto a primavera e tornarvi in autunno sperando di avere un raccolto – una tecnica infruttuosa che una volta ho sperimentato.
Che cosa accadde?
Portare secchi d’acqua da più di venti litri giù lungo percorsi ghiacciati in pendenza era un po’ scoraggiante dopo una vita trascorsa ad aprire i rubinetti. Stare sdraiati sulla schiena nel fango freddo per stringere pesanti catene di metallo sulle ruote di un camion bloccato in una strada fangosa sembrava più un modo di vivere stupido che una vita semplice. Raspare nella terra incolta per produrre un po’ di carote e di patate anziché andare dal verduraio sembrava proprio una perdita di tempo. E trascorrere una giornata nella foresta tagliando e caricando legna da ardere era molto più faticoso per la schiena che far scattare un termostato.
Riesco ancora a ricordare la triste delusione di quando piantai i miei primi spinaci spingendo i semi dieci centimetri sotto terra – non sapendo che li stavo spedendo in un mondo di eterna tenebra.
Nonostante queste e innumerevoli altre difficoltà, Saraganati esiste ancora.
C’è stata una miracolosa trasformazione del territorio? La perseveranza e la grazia di Dio avevano fatto sì che i devoti trasformassero un deserto in Indraprastha, un paradiso sulla terra. Una vittoria gloriosa contro tutte le difficoltà? Non esattamente. Eravamo riusciti a realizzare giardini, una scuola, un tempio e venticinque case di vario stile, dal rustico all’elegante, e la felicità della nostra nuova vita tra le montagne in qualche modo aveva conquistato i nostri cuori.
C’è una soddisfazione primitiva nel poter aprire la propria porta di casa a qualsiasi ora del giorno e della notte e poter gridare “Jaya Radhe-Syama!” forte quanto si vuole senza paura di essere criticati dai vicini.
È un sollievo sapere che fare il pendolare per lavoro significa camminare verso un appezzamento coltivato a lamponi. Sembra giusto anche dormire al ritmo delle stagioni anziché dell’orologio. Cieli notturni chiari come il cristallo con stelle risplendenti placano la mente. L’allegro canto degli uccelli ha sostituito i suoni assordanti di una gigantesca macchina urbana.
Questi piccoli piaceri fanno sembrare di poca importanza le difficoltà del “vivere senza”. E il nostro mandato originale? Che ne è stato della nostra missione? Abbiamo realizzato il varnasrama? Siamo arrivati un po’ più vicini a capire che cosa sia? Abbiamo soddisfatto i desideri del nostro Guru Maharaja?

UN PASSATO SIMBOLICO

Se per realizzare il varnasrama c’è bisogno di re e di brahmana, e si suppone che esso serva ad immettere i grhastha nell’ordine di rinuncia, allora abbiamo fallito. E se il varnasrama significa la ricostruzione di un antico sistema sociale con ben ordinate suddivisioni di attività, abbiamo di nuovo fallito. Se invece lo spirito del varnasrama è quello di creare un semplice, disadorno modo di vivere che sostenga la coscienza di Dio invece di sfidarla costantemente; e se si pensa che il varnasrama offra una stabile, sicura e serena ambientazione, un luogo dove, come dice Bhaktivinoda Thakura “la vita spirituale può essere sviluppata con facilità e automaticamente” (Kalpataru, Canzone 13), allora il percorso di Vanamali e il villaggio del ventunesimo secolo di Saraganati meritano una riflessione.
Un vecchio sentiero percorso da tre generazioni della stessa famiglia di devoti certamente è simbolo di stabilità. Non sappiamo ancora se Vanamali e i suoi compagni di giochi realizzeranno la profezia di essere i primi veri Vaisnava occidentali, ma perlomeno abbiamo piantato i semi che hanno germogliato.
Questi bambini non sono stati gettati nei campi incolti di istituzioni impersonali o pressati sotto la terra del materialismo grossolano e del divertimento elettronico. Essi crescono nella fertile terra di Saraganati, dove possono correre liberamente respirando l’aria fresca. Qui si recano a casa per coltivare verdure e fare kirtana. Tutti i loro vicini usano tilaka e collane di legno di tulasi. Il tempo dirà se questo è davvero l’inizio del varnasrama desiderato da Srila Prabhupada. Oggi Saraganati è un posto meraviglioso per perseguire la vita interiore della coscienza di Krsna. E se non altro, se un giorno i figli di Vanamali passeggeranno con gioia lungo il sentiero della loro madre, allora un raro e prezioso fiore selvatico può davvero sbocciare dal terreno roccioso di Saraganati.

Yoginatha Dasa, sua moglie Udarakirti Devi Dasi e le loro tre figlie vivono in una casa fatta di paglia, legno e pietra nel Villaggio di Saraganati, dove hanno superato con successo gli inverni canadesi dal 1991.


I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

“Noi siamo Hare Krsna”
Questo colloquio di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada con alcuni giornalisti si svolse all’Aeroporto Internazionale John F. Kennedy di New York il 5 marzo 1975.

Giornalista: Swamiji, avete un messaggio particolare per le persone che non sanno niente del vostro Movimento, ma che vorrebbero saperne qualcosa?
Srila Prabhupada: È un po’ difficile capire questo Movimento, perché è un Movimento spirituale. Sfortunatamente le persone non sanno niente sullo spirito e su che cosa sia un Movimento spirituale. Essi riescono solo a capire che c’è il corpo, ma il corpo è una macchina e l’anima spirituale è l’autista della macchina. Perciò, noi facciamo iniziare il nostro Movimento da questo concetto. Le persone sono molto interessate solo alla macchina, ma non sanno niente di colui che guida la macchina. Questo è ciò che insegniamo.
Giornalista: Swamiji, il tuo Movimento ha attratto l’attenzione di molte persone perché molti dei tuoi seguaci si vestono in un modo che per l’occidente risulta strano. Perché avete chiesto ai vostri seguaci di vestirsi in questo modo e di suonare i tamburi nelle strade?
Srila Prabhupada: Questo è il nostro metodo di predica – in un modo o nell’altro attirare l’attenzione delle persone in modo che possano avere l’opportunità di far rivivere la loro eterna relazione con Dio.
Giornalista: Sono sicuro che ti rendi conto che per molti occidentali i tuoi discepoli appaiono strani per il modo in cui si comportano nelle strade. Che mi dici di questo?
Srila Prabhupada: Sì, devono sembrare strani, perché stanno agendo a livello spirituale. Sicuramente ai materialisti sembra che agiamo in modo strano.
Giornalista: Questo comportamento è l’unico modo di essere spirituali?
Srila Prabhupada: No, c’è molto di più. Per esempio, noi non pratichiamo sesso illecito; non mangiamo la carne; non usiamo intossicanti e non pratichiamo il gioco d’azzardo.
Giornalista: Ma Swamiji, io volevo dire, questo tipo di espressione – vestirsi in quel modo, suonare i tamburi e danzare nelle strade – è l’unico modo di essere spirituali?
Srila Prabhupada: No, Abbiamo pubblicato circa settanta libri. Se desideri conoscere questo Movimento attraverso la scienza e la filosofia hai a disposizione i nostri libri. Non hai visto i nostri libri?
Giornalista: Sì, li ho visti, ma – una persona non può essere spirituale senza vestirsi in questo modo e danzare per le strade?
Srila Prabhupada: Oh sì. Oh, sì. Tu puoi fare progressi spirituali con l’abito che stai indossando ora. Basta che impari a conoscere la vita spirituale dai libri. Il vestito non è una cosa molto importante. Tuttavia, nel mondo materiale ci sono persone vestite in un modo e persone vestite in un altro.
Giornalista: Il modo in cui noi persone comuni ci vestiamo ci consente di spostarci in ogni ambito, ma il modo in cui si vestono i tuoi discepoli ...
Srila Prabhupada: Il fatto è che se una persona vuole mostrare che sta compiendo un lavoro particolare può vestirsi in modo differente. Per esempio, un poliziotto è vestito in modo diverso affinché gli altri possano comprendere che egli è un poliziotto; nello stesso modo, anche noi ci vestiamo in modo diverso affinché tutti possano capire che siamo Hare Krsna.
Secondo giornalista: Swami, una volta ho visto un programma alla televisione sul tuo Movimento dove si diceva che l’uomo dà le indicazioni e le donne le seguono. È vero questo?
Srila Prabhupada: Non necessariamente. Noi seguiamo la Bhagavad-gita, le indicazioni di Sri Krsna, e questo vale sia per gli uomini che per le donne.
Secondo giornalista: Gli uomini sono davvero considerati superiori alle donne?
Srila Prabhupada: Sì, naturalmente. Per natura una donna ha bisogno di essere protetta da un uomo – nell’infanzia è il padre che la protegge, più tardi è protetta dal marito e in vecchiaia viene protetta dai suoi figli maggiori. Questo è naturale.
Secondo giornalista: Questo è contrario al modo di pensare che molte persone hanno ora in America. Lo sai questo?
Srila Prabhupada: In America forse, ma è una situazione naturale. Le donne hanno bisogno di essere protette.
Terzo giornalista: Swamiji, c’è una possibilità che tutti i tuoi seguaci possano realizzare la verità più elevata?
Srila Prabhupada: Lo hanno già fatto.
Terzo giornalista: Lo hanno già fatto?
Srila Prabhupada: Certamente, ed io posso dare questo anche a te, se lo desideri. La verità più elevata è che Dio è una persona come te e me. Ora, qual è la differenza tra questa persona e noi altri? È questa: Egli mantiene tutti noi e noi siamo mantenuti da Lui. Anch’Egli però è una persona come te e me. Mi segui?
Terzo giornalista: Sì.
Srila Prabhupada: Perciò i miei discepoli hanno già realizzato la verità più elevata. Se così non fosse perché seguirebbero un maestro come me? Io sono un povero indiano. Perché mi seguono? Essi sono Americani – sono ricchi. Allora come avrei potuto ingannarli? Questi giovani sono colti, qualificati. Perché mi seguono? Perchè hanno già realizzato un po’ della conoscenza più elevata.
Quarto giornalista: Swamiji, per favore ho ancora una domanda da farti. Mi sembra, e credo che anche altri osservatori la pensino come me, che tu abbia chiesto ai tuoi figli spirituali di approfondire l’essenza del Movimento per la coscienza di Krsna per compiere quello che tu hai dato loro come obiettivo, ma, per quanto ne so io, essi per esempio non lavorano negli ospedali, né compiono servizio per il “mondo esterno” se non offrendo pasti gratuiti al tempio e predicando la parola di Sri Krsna.
Srila Prabhupada: Naturalmente molti miei discepoli svolgono professioni comuni, ma tu sai cosa significa veramente servire?
Quarto giornalista: La risposta la dovresti dare tu e non io.
Srila Prabhupada: Supponi di aprire un ospedale. All’occorrenza puoi curare una malattia, ma puoi garantire al paziente che non morirà? Puoi proteggerlo dalla morte? Nonostante tutti i vostri grandi ospedali siete in grado di proteggere l’umanità dalla morte, dalla nascita, dalla vecchiaia, dalle malattie? Potete farlo?
Quarto giornalista: A livello fisico certamente no. Solo a livello spirituale.
Srila Prabhupada: Ecco, noi stiamo provvedendo a questo – a diffondere il metodo con il quale una persona può tornare nel regno di Dio, dove non c’è più la morte, non c’è più la nascita, non c’è più la vecchiaia e non ci sono più le malattie.

Festival dell’India 2008
RATHAYATRA
Viareggio 19-07-2008
Milano 13-9-2008